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Pubblicato il 9 Novembre 2015 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

Intestino

Disturbi intestinali, cosa mangiare?

Riproponiamo questo articolo sui disturbi intestinali e cosa mangiare quando se ne soffre per aggiornarvi sui benefici derivanti dall’assunzione di probiotici. Una recente analisi della letteratura scientifica, pubblicata su The Journal of Clinical Pharmacology, ha confermato la loro efficacia contro alcuni specifici disturbi intestinali, fra cui la diarrea acuta dovuta a infezioni e la diarrea associata all’assunzione di antibiotici.

Ecco quando può essere utile assumere fermenti contro i disturbi intestinali e quali probiotici sono stati utilizzati negli studi scientifici:

disturboprobiotico
Dolore addominale nei bambinivari
Diarrea associata all’assunzione di antibiotici nei bambiniBifidobacterium
StitichezzaLactobacillus, Bifidobacterium
Sindrome dell’intestino irritabileSaccharomyces cerevisiae, Bifidobacterium infantis, combinazioni
Proliferazione di batteri nell’intestino tenuevari
Colite ulcerosavari

Chi soffre di disturbi intestinali, si domanda spesso cosa mangiare, d’altra parte non è un segreto che tanto del nostro benessere fisico parta da tavola. Ci sono alimenti come frutta, verdura e cereali, che possono essere la risposta alle nostre esigenze, tuttavia non sempre possono essere positivi, ci sono circostanze in cui questi alimenti vanno evitati.

Lactoflorene pancia piatta

Pancia gonfia? Intestino irritabile? Chi soffre di questi problemi potrebbe trovare controproducente l’assunzione di fibre e vegetali. A questo proposito è interessante aprire una parentesi sulla dieta BRAT. BRAT è l’acronimo di Banana, Rice, Apple e Toast, in italiano Banana, Riso, Mela e Toast. Ovviamente la dieta non è composta da questi soli alimenti, ma diciamo che ne costituiscono la base. Modificare la dieta è essenziale quando ci si trova ad affrontare dei disturbi gastrointestinali. Bisogna introdurre gradatamente liquidi senza fibra come acqua, tè, brodo ma anche alcuni succhi come quello di mela. Dal secondo giorno si può reintrodurre alimenti come il riso e il pane tostato. Dal terzo giorno si può normalizzare la dieta, reintroducendo la maggior parte degli alimenti. È necessario evitare tassativamente latte, carni grasse, frutta e verdure acidi e caffe fino a complete guarigione.

Cosa fare quando il disturbo non è generato da un virus? Quando si avvertono disturbi come pancia gonfia o colon irritabile bisogna focalizzarsi su una dieta diversa. In primis rinunciando a tutti quei cibi che fermentano e quindi favoriscono la comparsa dei sintomi.

La maggior parte dei disturbi intestinali generano spesso pancia gonfia, meteorismo, stipsi, crampi addominali, diarrea ma anche debolezza. Gli alimenti che fermentano sono ricchi di zuccheri, che richiamando acqua, generano i sintomi sopra indicati. Tra questi cibi troviamo alcuni frutti come mango, anguria, pesche, mele. Frutta secca, latte e derivati, ma anche legumi, cereali e quindi pasta e biscotti.

disturbi intestinali

Cause di un intestino irritato

L’intestino irritato è frutto anche di pratiche alimentari sbagliate e non solo di cibi dannosi. Altro piccolo segreto per una dieta in grado di aiutare a superare disturbi intestinali di vario genere, è quello di preferire 5 piccoli pasti nel corso della giornata.

Ricordarsi di mangiare con meno fretta, così da evitare la produzione di gas intestinali, addirittura ogni boccone andrebbe masticato almeno 30 volte prima di essere ingerito.

Infine, l’utilizzo di trattamenti naturali, come fermenti lattici vivi ad azione probiotica arricchiti con estratti vegetali di Melissa, Camomilla, Passiflora e Zenzero. I fermenti favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale: tale integrazione è importante quando la flora è carente, in seguito ad assunzione di antibiotici o a disordini alimentari che la indeboliscono, mentre gli estratti vegetali favoriscono una regolare motilità intestinale ed aiutano l’eliminazione dei gas responsabili del gonfiore intestinale

Un’ultima nota importante: la dieta agisce solo sulla sintomatologia ma non sulle cause della patologia, ecco perché è sempre raccomandabile farsi dare precise indicazioni dal proprio medico e/o farmacista di fiducia.

Fonti:
– Liu Y et al. Probiotics in Disease Prevention and Treatment. J Clin Pharmacol. 2018 Oct;58 Suppl 10:S164-S179. doi: 10.1002/jcph.1121

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