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Pubblicato il 3 Settembre 2018 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

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Che cos’è l’ipoacusia neurosensoriale

Con il termine ipoacusia s’intende una condizione legata alla perdita dell’udito. Non tutte le forme d’ipoacusia, però, presentano le stesse caratteristiche.

L’ipoacusia neurosensoriale fa, per esempio, riferimento a due problemi distinti: una perdita sensoriale legata al nostro orecchio interno (o coclea) e una perdita detta neurale che coinvolge invece il nervo acustico, che ha il compito di trasmettere il suono al nostro cervello.

La coclea, infatti, non riesce più a convertire le vibrazioni sonore in impulsi nervosi provocando danni che possono essere anche molto debilitanti.

Fino a qualche decennio fa, l’ipoacusia neurosensoriale veniva definita comunemente ipoacusia neurale, ma ultimamente diverse ricerche hanno dimostrato come questa patologia abbia invece origine più frequentemente dalla coclea piuttosto che da deficit che interessano solo il nervo dell’udito. Ecco perché si è poi ritenuto più opportuno parlare di sordità neurosensoriale: coclea, orecchio interno e nervo acustico sono, infatti, da considerare come un unico sistema che per funzionare in modo corretto deve svolgere i propri compiti in perfetta sinergia.

Questa patologia può svilupparsi in un solo orecchio, ipoacusia neurosensoriale monolaterale, o in entrambi, bilaterale. Inoltre si parla anche d’ipoacusia simmetrica e asimmetrica: la differenza sta nel grado di abbassamento dell’udito che può essere differente o asimmetrico oppure simmetrico, cioè uguale in entrambe le orecchie.

Sintomi dell’ipoacusia neurosensoriale 

Un primo campanello d’allarme che ci deve far pensare di essere affetti da questo disturbo è la difficoltà di sentire suoni bassi e il bisogno continuo di aumentare il volume per sentire meglio.

In ogni caso, è opportuno distinguere i sintomi dell’ipoacusia neurosensoriale a seconda che sia bilaterale o monolaterale. Nel primo caso, infatti, la maggior difficoltà da parte del paziente riguarda la comprensione delle parole durante i dialoghi, anche nel momento in cui il tono della voce nel nostro interlocutore è alto. Quando invece si tratta d’ipoacusia monolaterale, è la scarsa comprensione delle parole in ambienti molto rumorosi a dover preoccupare: la percezione del suono sembrerà molto lontana e ovattata mettendo l’individuo in una situazione di stress emotivo e disagio con il rischio di sentirsi completamente escluso.

ipoacusia neurosensoriale

Cause dell’ipoacusia neurosensoriale

Solitamente l’ipoacusia neurosensoriale si manifesta gradualmente e a volte è difficile accorgersi di esserne affetti fino a quando non iniziamo ad avere difficoltà a sentire e comunicare. Capita spesso che la persona prosegua la sua vita quotidiana sottovalutando il problema, peggiorando così i sintomi.

In generale le cause di questa patologia possono essere varie, ma è possibile schematizzarle in:

  • Ipoacusia congenita: si tratta di una condizione che si manifesta fin dalla nascita. È la forma più diffusa d’ipoacusia, che può essere dovuta all’ereditarietà (se uno dei due genitori è affetto da disturbi all’udito), oppure alla possibilità che durante la gravidanza l’apparato uditivo del feto non si sia sviluppato in modo corretto a causa di malattie virali come rosolia e varicella ma anche infezioni come la toxoplasmosi contratte dalla gestante durante i nove mesi.
  • Ipoacusia acquisita: quando intervengono diversi fattori quali l’invecchiamento, l’esposizione continua a rumori eccessivi, traumi alla testa, malattie come morbillo, meningite o sclerosi multipla, problemi vascolari e farmaci ototossici.

Cure e rimedi dell’ipoacusia neurosensoriale

I pazienti con ipoacusia neurosensoriale di solito non riescono a recuperare totalmente l’udito, ma possono trarre beneficio dalle moderne tecnologie date dagli apparecchi acustici.

Non esiste, infatti, una vera e propria cura, ma grazie ai recenti sviluppi della scienza e della medicina, oggi è possibile recuperare anche totalmente buona parte dell’udito grazie a impianti cocleari e a protesi di ultima generazione, molto discrete, piccole e trasparenti.

In particolare nei casi d’ipoacusia bilaterale di lieve entità, le protesi restano una delle soluzioni più adatte mentre, quando siamo di fronte a una totale o accentuata perdita dell’udito, è opportuno affidarsi a impianti cocleari. Questi ultimi sono apparecchiature introdotte chirurgicamente all’interno dell’orecchio che convertono il suono in impulsi elettrici in modo da simulare l’udito naturale.

Se invece la perdita interessa un solo orecchio, è consigliato l’uso di una protesi detta ad ancoraggio osseo, che trasmette il suono attraverso l’osso, dall’orecchio danneggiato alla coclea funzionante dell’orecchio opposto. Questo amplifica i suoni facilitando la comprensione delle parole soprattutto in situazioni rumorose.

È possibile comunque adottare alcuni suggerimenti per cercare di prevenire eventuali danni permanenti all’orecchio interno:

  • Evitare rumori o suoni forti tenendo il volume di televisione, radio o cuffie per la musica non troppo alto.
  • Proteggere l’udito attraverso l’uso di tappi per le orecchie quando dobbiamo andare a un festival, concerto o a un evento in cui c’è molto rumore e musica elevata.
  • Intervenire subito in caso di febbre alta. Questo sintomo può essere una delle cause dell’ipoacusia neurosensoriale e se non curata tempestivamente può provocare danni alle cellule ciliate all’interno dell’orecchio e portare quindi a una diminuzione della percezione uditiva.
  • Rivolgersi al medico in caso di vertigini, disturbo che spesso va di pari passi con l’ipoacusia neurosensoriale.
  • Evitare traumi alla testa e usare sempre precauzioni di sicurezza se si svolgono determinati sport o attività lavorative. Una grave ferita al cranio può, infatti, provocare un danno permanente all’udito.

In ogni caso un ottimo rimedio per prevenire o ridurre le conseguenze dell’ipoacusia neurosensoriale è una visita completa dell’udito. La tempestività della diagnosi è, infatti, essenziale e attraverso alcuni esami poco invasivi sarà possibile accertare la tipologia del disturbo e, insieme allo specialista, valutare la strategia migliore per recuperare e rimediare il più possibile al danno subito.

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