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Pubblicato il 6 Giugno 2018 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

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Lenti a contatto notturne per ortocheratologia: aiutano davvero a rallentare la miopia?

La miopia è uno dei problemi agli occhi più diffusi. Fortunatamente le soluzioni per affrontarla non mancano, inclusa l’ortocheratologia notturna.

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Lenti notturne per ortocheratologia: di cosa si tratta?

Per capire come funzionano le lenti notturne per ortocheratologia è utile ricordare che la miopia può dipendere da un’alterazione della curvatura della cornea (la membrana trasparente che ricopre la parte anteriore dell’occhio). Correggerla consente di evitare altri problemi, come cataratta e distacco della retina.

Dal punto di vista del paziente l’ortocheratologia notturna è una soluzione semplice: basta indossare le lenti notturne per ortocheratologia. In realtà, però, si tratta di un rimedio personalizzato: le lenti a contatto per ortocheratologia vengono messe a punto dopo un’analisi accurata delle caratteristiche degli occhi.

In particolare, per mettere a punto le lenti notturne per ortocheratologia si studiano la retina e lo strato esterno dell’occhio con un topografo, che permette di ottenere una mappa della cornea. Le informazioni ottenute vengono combinate con le dimensioni della cornea e le diottrie necessarie per correggere il disturbo; il risultato è un paio di lenti per ortocheratologia notturna gas permeabili che rimodellano la superficie della cornea.

Lenti notturne per ortocheratologia: sono efficaci?

L’ortocheratologia notturna sembra essere efficace. La velocità dei risultati varia però da caso a caso, in particolare:

  • Dalla gravità iniziale della miopia di chi usa lenti notturne per ortocheratologia;
  • Dalla rigidità della cornea sottoposta a ortocheratologia notturna;
  • Dalla quantità e dalle caratteristiche delle lacrime di chi indossa lenti notturne per ortocheratologia.

I risultati ottenuti con questo metodo non sono però definitivi; per mantenerli è necessario continuare a utilizzare le lenti notturne per ortocheratologia. In alcuni casi potrebbe essere necessario proseguire con l’ortocheratologia notturna ogni 2-4 giorni, ma potrebbe anche essere consigliato di continuare a utilizzare le lenti notturne per ortocheratologia ogni notte.

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Ortocheratologia notturna: gli effetti collaterali

Questa soluzione sembra essere anche sicura. Tutto dipende da come vengono utilizzate le lenti notturne per ortocheratologia. In particolare:

  • Le lenti notturne per ortocheratologia devono essere indossate correttamente;
  • Bisogna seguire le indicazioni ricevute quando si è iniziato l’uso dell’ortocheratologia notturna;
  • Bisogna seguire le istruzioni ricevute sui controlli di routine dell’uso delle lenti notturne per ortocheratologia;
  • Bisogna affrontare tempestivamente eventuali complicazioni dell’ortocheratologia notturna.

Fra queste ultime, la più grave è la cheratite microbica, un’infezione della cornea. Ma i possibili problemi associati all’ortocheratologia notturna sono anche altri, come l’assottigliamento della cornea, depositi di ferro associati a lesioni, macchie sulla cornea, adesione delle lenti all’occhio e riduzione delle lacrime e della stabilità del film lacrimale.

Ortocheratologia notturna e lacrimazione: cosa fare?

A proposito di lacrime, l’ortocheratologia notturna può aumentare la loro concentrazione. Fortunatamente basta interrompere l’uso delle lenti notturne per ortocheratologia perché la situazione ritorni nella norma.

In generale, quando si indossano a lungo delle lenti a contatto è utile idratare l’occhio con gocce specifiche. Un principio attivo utile è l’acido ialuronico, capace di ristabilire l’equilibrio di un film lacrimale alterato.

 

Fonti:

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Sun Y et al. Influence of Overnight Orthokeratology on Corneal Surface Shape and Optical Quality. J Ophthalmol. 2017;2017:3279821. doi: 10.1155/2017/3279821

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