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Pubblicato il 13 Agosto 2019 | Ultima modifica il 13 Ottobre 2020

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Osteopenia: come contrastarla con l’alimentazione anche in menopausa

L’osteopenia è una condizione fisiologica d’impoverimento dell’osso conseguente all’invecchiamento. Non si tratta, dunque, di una malattia, ma della fragilità ossea come normale effetto del trascorrere del tempo. Una delle circostanze che possono trasformare l’osteopenia in una patologia è la menopausa, che può creare il substrato ideale per l’insorgenza dell’osteoporosi. L’osteopenia causa nel mondo 25.000 fratture al giorno.

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Osteopenia e alimentazione

Calcio e vitamina D sono cruciali nella prevenzione dell’osteoporosi: osteopenia e alimentazione sono strettamente correlate. Un importante contributo in tal senso giunge dalla dieta. L’alimentazione ideale soddisfa il fabbisogno quotidiano di nutrienti e permette il mantenimento (o il raggiungimento) del peso forma, tutelando la qualità dell’osso.

Il calcio è il minerale più rappresentato nell’organismo umano,  per il 99% è presente nelle ossa, che rappresentano anche una riserva di questo elemento. Il corpo ne attinge in caso di bisogno, favorendo il processo di rimaneggiamento a svantaggio del rimodellamento e aumentando di conseguenza i livelli di calcio nel sangue. Ogni giorno perdiamo una quota di calcio, che dobbiamo reintegrare.

Durante la menopausa le esigenze di calcio dell’organismo aumentano, passando da 1.000 a 1.500 mg al giorno. Una delle fonti migliori di calcio è certamente rappresentata dai latticini, dai quali questo elemento è rapidamente assorbito a livello intestinale. Latte e derivati devono essere presenti nella dieta giornaliera delle donne in menopausa, ma la scelta deve ricadere sui prodotti a minore contenuto di grassi (per proteggere le arterie dagli effetti negativi del colesterolo alto). Sono consigliati: latte scremato, yogurt preparato con latte scremato e i formaggi freschi (ricotta, crescenza, stracchino, mozzarella) in misura di 2-3 porzioni la settimana.

Ma i latticini non sono l’unica fonte di calcio. Questo elemento è contenuto anche nelle verdure a foglia larga (cavolo, carciofi, cardi, cicoria, indivia, radicchio verde, spinaci), nella frutta (arance), nella frutta secca (mandorle, noci, pistacchi, fichi secchi), nei legumi (soia, ceci, fagioli) e in alcuni pesci (sardine, alici, sgombri). Una rilevante fonte di calcio è rappresentata dall’acqua. Il fosforo agisce accelerando la perdita di calcio: per questa ragione è bene non eccedere negli alimenti che ne contengono, come la carne rossa, i cibi elaborati e ricchi di conservanti e le bibite gassate.
La vitamina D gioca un ruolo di prim’ordine nella deposizione di calcio nell’osso. Essendo contenuta negli alimenti in quantità esigue (principalmente in pesci quali sgombri, sardine, acciughe, tonno e salmone; nelle uova, nei semi di sesamo e nelle mandorle), per la sua sintesi è determinante l’esposizione alla luce solare.

Osteopenia: quanto conta lo stile di vita

Lo stile di vita può contribuire in maniera determinante a controllare l’osteopenia e prevenire l’osteoporosi. È importante che le corrette abitudini siano istituite fin dalla giovane età, perché l’osso possa mantenersi in salute e resistente.
Fondamentale anche la diagnosi precoce dell’osteoporosi: cogliere sul nascere eventuali segni d’indebolimento dell’osso permette di evitare fratture da fragilità.
Il fumo deve essere abolito. Oltre agli effetti nocivi sull’apparato respiratorio e sull’invecchiamento cellulare (è coinvolto nella genesi di numerosi tumori) il fumo di sigaretta aumenta la probabilità di andare incontro a osteoporosi e raddoppia il rischio di fratture.
Dopo i 40 anni, quando l’osso comincia naturalmente a indebolirsi, è consigliata un’attività fisica regolare: no a sforzi particolari, sì al movimento quotidiano. Per mantenere l’apparato osteoarticolare in salute è consigliabile evitare di usare la macchina per tragitti corti o medi, scegliere le scale in luogo dell’ascensore e compiere lunghe camminate a passo ampio e regolare nel tempo libero.

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Osteopenia: menopausa e rischi associati

L’osteopenia colpisce una donna su quattro dopo i 40 anni: il fatto che oggi la vita media sia più lunga implica un’estensione del periodo in cui le donne sono esposte all’assenza degli estrogeni. Questo amplifica incidenza e gravità dei fenomeni patologici correlati alla menopausa.

Gli estrogeni hanno un’importante funzione protettiva per l’osso, del quale assicurano la buona qualità, essenzialmente rappresentata dal corretto contenuto in calcio. L’osso è un elemento vivo, che per tutta la durata della vita si consuma (per opera dell’azione di cellule chiamate osteoclasti) e si ridepone (grazie al contributo degli osteoblasti), secondo un meccanismo che  è definito di “rimaneggiamento e rimodellamento”. Gli estrogeni tengono sotto controllo l’attività degli osteoclasti, assicurando l’equilibrio metabolico. Quando il loro contributo viene meno, gli osteoclasti sono liberi di erodere l’osso: questo punto rappresenta il legame fra menopausa e osteopenia.

Il bilancio di calcio negativo accresce il rischio di fratture dovute ai cosiddetti traumi non efficienti, ossia sollecitazioni che in condizioni fisiologiche non sarebbero utili a fratturare l’osso. Le fratture da fragilità riguardano soprattutto le vertebre, l’avambraccio e il polso, il femore  e il bacino e producono effetti molto invalidanti.

Osteopenia: come combattere i dolori articolari

Nella maggior parte dei casi l’osteopenia è una condizione priva di sintomi. La sua ingravescenza e l’evoluzione verso l’osteoporosi possono rendersi evidenti solo alla comparsa della prima frattura sospetta. Tuttavia, in alcuni casi possono manifestarsi dolori articolari e muscolo-scheletrici.

In assenza di problematiche particolari, può essere utile ricorrere a prodotti contenenti estratti vegetali ad azione antinfiammatoria e antidolorifica. Ideali, in casi come questi, cerotti e creme a base di Arnica montana, Artiglio del Diavolo (Harpagophytum procumbens) o Boswellia serrata. Si tratta di prodotti che non ledono la mucosa gastrica e che possono essere utilizzati per calmare dolori di grado lieve o moderato che colpiscono l’apparato locomotore.

Osteopenia: non solo calcio

Un recente studio pubblicato sull’European Journal of Epidemiology dimostra che anche i livelli circolanti di magnesio sono strategici nel garantire un minor rischio di fratture. La sua concentrazione ottimale nel sangue permette di ridurre fino al 44% il rischio di fratture.
Per integrarlo occorre bere almeno un litro e mezzo al giorno di acqua ricca di calcio e magnesio e arricchire l’alimentazione di farine integrali, verdure a foglia verde e frutta a guscio.

Osteopenia: quando può diventare osteoporosi

L’assunzione di gastroprotettori (ossia farmaci come gli inibitori della pompa protonica, generalmente prescritti per il trattamento del reflusso gastroesofageo) può limitare l’assorbimento di calcio. Anche i disturbi intestinali che riducono la capacità di assorbimento da parte della mucosa possono agire in tal senso. In questi casi è consigliabile chiedere consiglio al medico.

Altri fattori di rischio sono rappresentati, in primo luogo, dalla menopausa e, in seconda battuta dall’assunzione a lungo termine di farmaci come i cortisonici, che sottraggono calcio all’osso. Disturbi medici come alcune intolleranze alimentari (in particolare l’intolleranza al lattosio) e pregressi disturbi del comportamento alimentare (come l’anoressia), possono aumentare il rischio di impoverimento di calcio.

Anche eventuali traumi ossei riferibili al passato, l’assenza, per ragioni diverse, del ciclo mestruale (amenorrea) nella vita fertile e le patologie tiroidee possono creare le condizioni perché l’osteopenia diventi osteoporosi. Un ruolo importante nell’orientare questo processo è svolto dalla predisposizione genetica.

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