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Pubblicato il 6 Dicembre 2019 | Ultima modifica il 29 Giugno 2020

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Come agiscono e a cosa servono i batteri buoni nel nostro intestino

I fermenti lattici vivi, o probiotici, sono batteri buoni che aiutano a mantenere l’equilibrio della flora intestinale favorendo il benessere dell’intero organismo.

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Lactoflorene plus fermenti

Batteri buoni: definizione e proprietà

La definizione più appropriata dei cosiddetti batteri buoni è quella elaborata dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). I batteri probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. In altri termini, sono probiotici quei microrganismi non patogeni (batteri, ma anche alcuni lieviti) del microbiota (informalmente noto anche come flora intestinale), che se somministrati per via orale, possono replicare e colonizzare il tratto gastrico dell’intestino in numero sufficiente per determinare effetti benefici per l’ospite.

Non tutti i ceppi batterici possono, pertanto, definirsi batteri buoni. Perché lo siano, devono:

  • resistere all’acidità dello stomaco e all’azione della bile;
  • sopravvivere nel tratto gastrointestinale e aderire alla mucosa riproducendosi;
  • essere perfettamente tollerabili (non devono provocare reazioni immunitarie o comunque nocive per l’organismo);
  • avere effetti benefici per la salute, antagonizzando i microrganismi patogeni e producendo sostanze antimicrobiche.

Principali probiotici

I probiotici sono batteri lattici che appartengono a diversi generi procarioti dotati di un metabolismo di tipo fermentativo e che producono diversi acidi organici, fra cui l’acido lattico. Le specie batteriche con caratteristiche probiotiche riconosciute secondo i criteri esposti sono ancora molto poche e comprendono alcuni ceppi di Lactobacillus, di Bifidobacterium e di Enterococcus Tuttavia, l’evoluzione delle tecnologie di tipizzazione e la manipolazione genetica delle specie microbiche permetterà, in un prossimo futuro, di ampliarne la disponibilità.

Batteri buoni e intestino: meccanismi d’azione

I meccanismi con i quali i probiotici esercitano i propri effetti protettivi sul benessere dell’intestino possono essere diretti, sugli organi e sui tessuti dell’ospite, o indiretti, mediante modulazione del microbiota nel tratto gastro-intestinale, e comprendono:

Promozione della funzione di barriera gastrointestinale, attraverso una serie di azioni dirette sulle cellule dell’epitelio intestinale, quali:

  • Aumento della sintesi della mucina, un polisaccaride prodotto dalle cellule caliciformi dell’intestino. La mucina forma con l’acqua un film mucoso con funzione protettiva, che fornisce una barriera di separazione tra le molecole potenzialmente dannose o altri microrganismi patogeni, e la superficie delle cellule epiteliali intestinali.
  • Competizione con gli agenti patogeni e commensali per le sedi di legame con le mucine o sulle cellule epiteliali intestinali, impedendo una colonizzazione nociva e contribuendo alla funzione della barriera mucosa;
  • Miglioramento della stabilità delle tight-junctions (giunzioni occludenti) tra le cellule dell’epitelio intestinale. Queste giunzioni lasciano selettivamente passare nutrienti, vitamine e l’acqua, impedendo invece il transito di sostanze tossiche e microrganismi patogeni all’interno delle cellule dell’epitelio intestinale e il loro successivo riversamento nel flusso ematico;
  • Aumento dell’attività antimicrobica mediante produzione di defensine e catelicidine. Queste molecole sono peptidi prodotti dalle cellule dell’epitelio intestinale e sono coinvolte nella difesa contro i patogeni.

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Modulazione della risposta immunitaria

La capacità di alcuni batteri buoni di migliorare la funzione del sistema immunitario dopo assorbimento da parte dell’intestino è stata ampiamente conferma da studi scientifici mirati. I meccanismi d’azione sono vari e coinvolgono diverse componenti, quali enterociti, monociti, cellule dendritiche, linfociti e linfociti Treg, effettori T e B. Gli effetti dei probiotici si articolano soprattutto a livello locale, aumentando la proliferazione di linfociti B secernenti IgA nella lamina propria dell’intestino e promuovendo la secrezione di IgA nello strato mucoso endoluminale. Inoltre, i probiotici possono alterare la composizione e l’espressione genica a livello del microbiota, con potenziamento indiretto della barriera dell’intestino attraverso i batteri commensali.

Antagonismo nei riguardi dei patogeni

I batteri probiotici sono in grado d’inibire la crescita dei batteri patogeni mediante:

  • Eliminazione diretta dei batteri patogeni (killing);
  • Riduzione dell’aderenza dei microrganismi dannosi alla parte intestinale.

Produzione di sostanze attive

I probiotici sintetizzano composti antimicrobici e anti-tossinici, come gli acidi grassi a catena corta, batteriocine e microcine, in grado di contrastare alcuni patogeni.

Fonti di probiotici

I probiotici si trovano nei cibi fermentati come yogurt, formaggi fermentati e prodotti da forno derivati dalla pasta acida. Altre fonti naturali di batteri buoni sono il kefir (una bevanda fermentata simile allo yogurt, apprezzata per il buon contenuto di calcio, magnesio, zinco, fosforo, vitamine del gruppo B e amminoacidi), il thè kombucha (ottenuto dalla fermentazione di colture di batteri, funghi e lieviti, aceto di mele e zucchero), il miso (una pasta fermentata ottenuta dai fagioli gialli), il tempeh (un lavorato della soia gialla fermentata) e i crauti (risultanti della fermentazione del cavolo cappuccio).

I probiotici, inoltre, sono presenti in specifici integratori, che possono avere azione potenziata sull’intestino se arricchiti con vitamine del gruppo B e zinco. Secondo le linee guida sui probiotici emanate dal Ministero della Salute, la quantità sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino da parte di un ceppo di probiotico è di almeno 1 miliardo di cellule vive per giorno. Tale quantità deve essere presente nell’assunzione giornaliera dell’alimento, o più semplicemente, dell’integratore per almeno un ceppo fra quelli presenti nel prodotto.

Fonti

Ministero della Salute. Linee Guida Probiotici e Prebiotici, 2013. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1016_allegato.pdf.

Food and Agriculture Organization of the United Nations http://www.fao.org/3/a-i5933e.pdf

Collins MD, Gibson GR. Probiotics, prebiotics, and synbiotics: approaches for modulating the microbial ecology of the gut. Am J Clin Nutr 1999;69:1052S-1057S.

Gallo A, Passaro G, Gasbarrini A, et al. Modulation of microbiota as treatment for intestinal inflammatory disorders: An uptodate. World J Gastroenterol 2016;22:7186-202.

Klemashevich C, Wu C, Howsmon D, et al. Rational identification of diet-derived postbiotics for improving intestinal microbiota function. Curr Opin Biotechnol 2014;26:85-90.

Ojeda P, Bobe A, Dolan K, et al. Nutritional modulation of gut microbiota – the impact on metabolic disease pathophysiology. J Nutr Biochem 2016;28:191-200.

Morelli L. Integratori con probiotici in: Review scientifica sull’integrazione alimentare: stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche. AIIPA 2016.

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