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Pubblicato il 23 Ottobre 2017 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

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Il microbiota nei neonati e nei bambini: dal parto allo svezzamento

In un precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza del microbiota all’interno del corpo umano e abbiamo cercato di rendere chiare le sue funzioni, cerchiamo ora di indagare la sua influenza sulla salute, concentrandoci particolarmente sulle differenze in base all’età e alla dieta. Iniziamo dai neonati e dai bambini, seguendo il processo fino al termine dello svezzamento, prossimamente, invece, vi spiegheremo in un nuovo articolo cosa accade in età avanzata.

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Il microbiota dal parto allo svezzamento

L’influenza del microbiota intestinale sulla salute umana è presente dalla nascita alla vecchiaia. Il microbiota, già durante le prime fasi della vita neonatale e forse anche in utero, influenza entrambe le funzioni metaboliche e quelle del sistema immunitario dell’ospite.

Al momento del parto si verifica la colonizzazione ad opera di quello che in medicina viene chiamato inoculo, e che potremmo tradurre in parole più semplici come “vaccinazione”, ovvero l’introduzione di agenti patogeni nell’organismo per attenuarli o ucciderli del tutto. Questo processo avviene attraverso il grembo della madre stessa, con una differenza a seconda che il parto avvenga in modo naturale o con cesareo. Nei bambini nati con parto naturale le più importanti fonti di inoculo sono il microbiota vaginale e fecale della madre. Infatti i neonati ospitano comunità microbiche dominate dalle specie dei generi Lactobacillus (i più abbondanti nel microbiota vaginale ed anche nell’intestino neonatale primi giorni), Bifidobacterium, Prevotella, o Sneathia. E sembra probabile che gli anaerobi, ovvero i batteri che non necessitano di ossigeno per sopravvivere, quali i membri dei phyla Bacteroidetes e Firmicutes, non potendo vivere all’esterno dei loro ospiti, facciano affidamento allo stretto contatto tra genitore e figli per la trasmissione.

In caso di parto cesareo, i primi batteri incontrati sono quelli della pelle e dell’ambiente ospedaliero, ed i neonati ospitano un microbiota dominato da specie appartenenti ai generi Corynebacterium, Staphylococcus e Propionibacterium, con una conta batterica intestinale più bassa ed una minore diversità nelle prime settimane di vita rispetto ai bimbi nati con parto naturale.

La trasmissione dei batteri dalla madre al neonato, attraverso il contatto diretto con la flora batterica materna durante il parto e attraverso il latte durante l’allattamento, influenza la colonizzazione dell’intestino del neonato con conseguenze potenziali sulla salute. La colonizzazione dell’intestino comincia subito dopo la nascita: l’intestino del feto è considerato sterile e la colonizzazione batterica inizia durante il passaggio del feto nel canale del parto e durante il primo anno di vita è fortemente influenzata dalla madre e dall’ambiente.

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Fase dello svezzamento

Anche la dieta influenza lo sviluppo del microbiota intestinale nei neonati: l’intestino del bambino allattato al seno è colonizzato diversamente da quello del neonato che riceve il biberon.

Alla nascita il bambino si trova a sviluppare, da un ambiente sterile, un ecosistema microbico ricco e dinamico. Durante il primo anno di vita e fino allo svezzamento l’ecosistema intestinale è prevalentemente colonizzato da agenti patogeni, detti anche microrganismi opportunisti, cui il bambino è esposto nel suo ambiente. I primi batteri sono spesso aerobi, ovvero quelli che hanno tassativa necessità di ossigeno per sopravvivere, come lo Streptococcus aureus e gli Enterobatteri, seguiti dagli anaerobi, come gli eubatteri e i clostridi. Il neonato allattato al seno, invece, sperimenta in genere la colonizzazione intestinale in gran parte dominata dal Bifidobacterium. Un secondo passaggio fondamentale che influenza la composizione del microbiota è lo svezzamento e l’introduzione degli alimenti solidi.

Dopo lo svezzamento insieme all’introduzione di una dieta solida e alle modificazioni di sviluppo della mucosa intestinale, si realizza, con le caratteristiche di una notevole biodiversità microbica, la transizione della flora intestinale verso il profilo dell’adulto. A 18-36 mesi il bambino ha acquisito il suo microbiota che resterà più o meno stabile per tutta la vita.

Esiste perciò una “finestra critica” di tempo nella quale gli interventi potrebbero avere un impatto benefico per la salute, maggiormente valido e più duraturo. Capire i cambiamenti del microbiota durante questo periodo e come influenzare la composizione del microbiota attraverso utilizzo dei probiotici più adatti potrebbe essere estremamente utile per la prevenzione di alcune patologie.

Fonte articolo: L’integratore Nutrizionale n. 1  Gen-Mar 2017 pag. 14 – 19

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