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Pubblicato il 2 Settembre 2019 | Ultima modifica il 15 Settembre 2020

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Come comprendere le emozioni dei bambini per aiutare la loro crescita

Le emozioni dei bambini sono una diretta conseguenza di come vedono e percepiscono il mondo circostante e di come questo è filtrato dai genitori. A livello emotivo, infatti, la crescita del bambino e la percezione che lui ha di sé riguardo agli altri deriva da ciò che le persone intorno a lui comunicano. Ecco perché è fondamentale nella prima infanzia riuscire a trasmettere sicurezza e fiducia al bambino in modo tale da dargli quella giusta serenità di cui ha bisogno per vivere con tranquillità le proprie emozioni.

Le emozioni dei bambini: a ogni età le sue risposte

Il primo “mattoncino” di serenità è trasmesso al bambino quando è appena nato ed è il prenderlo in braccio durante l’allattamento: sentendo l’odore materno e il calore corporeo il bambino sa di essere al sicuro ed è dunque naturale che, come spesso accade, una volta preso in braccio, il bambino smetta di piangere. Ovviamente a questo primo “mattoncino” con il tempo dovranno aggiungersene altri perché più il bambino cresce e interagisce con il mondo esterno, più ha bisogno di avere gli strumenti per comprendere le relazioni e gestire di conseguenza la propria emotività.

Ogni fase di crescita dei bambini, come spiegato dalla Montessori, ha specifici piani di sviluppo, con relative esigenze, richieste e bisogni, ma anche capacità di comprensione. Il genitore deve sempre ricordarsi che il rapporto con il proprio figlio è in continuo sviluppo e per aiutare la crescita dei bambini bisogna adottare comportamenti di volta in volta adatti dando risposte e sostegni differenti con attenzione ai tempi fisiologici di sviluppo.

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Le emozioni dei bambini: le regole che fanno crescere

Le emozioni dei bambini sono la risposta irrazionale e immediata a determinate situazioni che possono incutere paura, rabbia, tristezza oppure gioia, tutte emozioni che devono essere gestite. Per imparare a farlo il primo esempio che il bambino ha di fronte è il genitore, cui si affida completamente durante l’infanzia e di cui interiorizza naturalmente alcuni schemi comportamentali che il bambino considera corretti per leggere e vivere nel mondo che lo circonda.

Per passare ai bambini strumenti funzionali per vivere le proprie emozioni positivamente è utile aiutarli a interpretare correttamente le situazioni e il rapporto con gli altri attraverso regole che aiutano ad accrescere la responsabilità personale per vivere in autonomia. Ovviamente queste regole non devono essere percepite come ordini, ma come modi per guadagnare il proprio spazio d’indipendenza. Una volta che il bambino compie un passo verso l’autonomia, è giusto gratificarlo dandogli coraggio. In caso di difficoltà, è bene farsi vedere positivi per non intaccare la stima in se stesso del bambino, aumentando quindi la sua serenità di fronte alle nuove esperienza esperienze. Le critiche, infatti, specialmente quelle da parte del genitore, possono destabilizzare il bambino generando in lui ansia e paura verso ciò che è nuovo o ignoto.

Le emozioni dei bambini: interpretare il pianto

Il pianto dei bambini ha significati ben precisi: si tratta dell’unica forma efficace di comunicazione con l’esterno, che deve essere interpretata con empatia e attenzione. Spesso le lacrime dei piccoli sono l’espressione di un bisogno di contatto, altre volte sono motivate dall’appetito. Soprattutto nel corso del primo anno di vita, possono anche essere causate dal dolore per la dentizione. In questi casi, è possibile ricorrere a gel specifici che agiscono rifrescando e alleviando il dolore gengivale.

Le emozioni dei bambini nel rapporto con gli altri

La crescita dei bambini va di pari passo con l’ampliamento della sua vita sociale. Se inizialmente il bambino si relaziona solo nell’ambito familiare, con l’inizio della scuola dell’infanzia e successivamente della primaria il bambino crea relazioni con coetanei e con adulti estranei alla famiglia. Inoltre, è inserito per buona parte della giornata in un ambiente che non è quello domestico, ma esterno, con regole di convivenza in cui deve gestire la propria identità in relazione con altri.

Ecco che quindi la gestione delle emozioni da parte dei bambini diventa importante per vivere con serenità questo passaggio e in particolare anche i momenti conflittuali con i propri coetanei. Il genitore, durante i piccoli litigi tra bambini, non deve intervenire, perché altrimenti il bambino non apprende come gestire le discussioni senza ricorrere alla violenza. Per la crescita dei bambini è importante, infatti, che la razionalità prevalga sulle emozioni istintive così da poter vivere serenamente in società.

Fonti:
http://www00.unibg.it/dati/corsi/25205/82604-CAP_4_BERTI_BOMBI_inserito.pdf
http://www00.unibg.it/dati/corsi/5953/58119-bonazzi_montessori_mente%20del%20bambino.pdf
Novara, Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita, BUR, Milano 2014.

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