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Pubblicato il 1 Ottobre 2019 | Ultima modifica il 14 Febbraio 2020

Salute della Pelle

Lo smalto semipermanente è cancerogeno? Tutto ciò che devi sapere

Lo smalto semipermanente è davvero cancerogeno? Ecco tutto ciò che è necessario sapere prima di sottoporsi a questo trattamento estetico.
L’applicazione dello smalto semipermanente è un trattamento estetico che permette di mantenere le unghie delle mani e dei piedi curate per diverse settimane. Sulle unghie sono applicati più strati di smalti specifici (base, colore e finitura) in una precisa sequenza. Questi prodotti sono costituiti da gel fluidi che sono fatti asciugare strato dopo strato esponendo l’unghia alla luce di una lampada ultravioletta per indurre, mediante una reazione di polimerizzazione, l’indurimento dello smalto semipermanente. Questo processo rende questo smalto molto più lucido e resistente rispetto allo smalto tradizionale.

Proprio per le caratteristiche di durezza, anche la rimozione richiede solventi specifici e applicazioni più prolungate rispetto al normale prodotto usato per lo smalto tradizionale. Sia per la formulazione degli smalti che per la modalità del trattamento ci si interroga sulla possibilità che lo smalto semipermante sia cancerogeno.

Uno smalto cancerogeno?

Davvero lo smalto semipermanente può essere cancerogeno? Quali potrebbero essere le cause della sua cancerogenicità?

  • Raggi UV: come dimostrato da numerosi studi scientifici sottoporsi ai raggi UV senza protezione aumenta il rischio di sviluppo di melanomi ossia forme tumorali della pelle.
  • Composizione degli smalti semipermanenti: i componenti sotto accusa sono:
  • acrilati come HEMA e Di-HEMA
  • idrochinone e idrochinone monometiletere (sbiancanti)
  • dibutilftalato (indurente)
  • toluene (solvente)

I componenti citati sono tutti ammessi dal Regolamento 1223/2009, il principale supporto regolatorio del settore cosmetico, si tratta di ingredienti inseriti nell’allegato III ossia l’ “elenco delle sostanze il cui uso è vietato nei prodotti cosmetici, salvo entro determinati limiti”.

Nonostante la pericolosità di alcune molecole e dell’esposizione ai raggi UV, secondo i dermatologi lo smalto semipermanente, se applicato secondo i criteri professionali utilizzando prodotti formulati in accordo con la normativa, non è cancerogeno.

semipermanente

Smalto semipermanente: quali sono i rischi

I rischi più comuni conseguenti all’applicazione dello smalto semipermanente sono:

  • Dermatite allergica da contatto
  • Indebolimento e predisposizione alla comparsa di macchie gialle o di striature sulla lamina ungueale
  • Problemi all’integrità dell’unghia
  • Predisposizione a contrarre più facilmente patologie come l’onicomicosi.

L’utilizzo abituale di smalti di scarsa qualità o applicati non in conformità alle buone pratiche e anche l’uso di solventi irritanti può provocare i problemi citati e nel lungo periodo, l’unghia potrebbe essere indebolita, meno compatta e con una superficie meno liscia.

Smalto semipermanente: consigli utili

In caso di utilizzo abituale di smalto semipermanente, è consigliabile quindi:

  • limitare il trattamento a una volta al mese
  • avere cura di applicare una crema con SFP sulle mani prima dell’esposizione alla lampada a raggi UV
  • lavare bene le mani con detergente sia dopo l’applicazione dello smalto semipermanente che dopo la rimozione.

Un uso eccessivo o troppo prolungato di questo trattamento estetico può comunque danneggiare la lamina ungueale. Per mantenere un aspetto sano di pelle e unghie, può essere utile assumere integratori alimentari a base di collagene, vitamine (come la biotina, la vitamina C, E e A) e minerali (come il rame e lo zinco).

Fonti:

– Regolamento (ce) n. 1223/2009 del parlamento europeo e del consiglio del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici  http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_145_listaFile_itemName_0_file.pdf

– Cosmetically Induced Disorders of the Nail with Update on Contemporary Nail Manicures https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4898583/

– Occupational Chemical Exposures Among Cosmetologists https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4260452/

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