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Pubblicato il 16 Luglio 2020 | Ultima modifica il 7 Gennaio 2021

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Come igienizzare le mascherine nel modo giusto, 3 errori da evitare

Sono trascorsi quasi quattro mesi dalla scoperta del primo caso di Covid-19 in Italia ed è ormai appurato che questa pandemia ha radicalmente cambiato le nostre abitudini quotidiane. Dal lavoro alla famiglia, dal turismo agli svaghi, fino alla più semplice uscita per andare a fare la spesa. Una delle sfide più impegnative che tutt’ora stiamo affrontando riguarda il rispetto del distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine, quest’ultime in alcune regioni rese obbligatorie solo in determinate circostanze. Proprio le mascherine sono diventate un accessorio fondamentale, di uso quotidiano a cui non possiamo più fare a meno. In questi mesi ne abbiamo viste di tutti i tipi, ed è stato detto così tanto su di esse, che regna molta confusione sull’argomento. Quante tipologie di mascherine sono in commercio e quali sono le differenze? Considerato il loro difficile reperimento, come igienizzare la mascherina per poterla riutilizzare? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Coronavirus e mascherina: differenze tra le varie tipologie

L’uso della mascherina va sempre accompagnato all’adozione di comportamenti sociali (mantenere le distanze) e di igiene personale (lavarsi le mani, non toccarsi viso e occhi…) per ridurre le occasioni di contagio. È bene sapere che esistono due parametri fondamentali usati per definire il livello di protezione e di efficacia di una mascherina: la resistenza respiratoria e il potere filtrante, ovvero la capacità del materiale di filtrare particelle come fumi, nebbie, particolato, microrganismi.

Distinguiamo due categorie:

Mascherine chirurgiche: classificate come dispositivi medici (DM), servono a proteggere in parte se stessi e gli altri. Esse, infatti, bloccano il propagarsi di goccioline (droplet) emesse in caso di un colpo di tosse o di uno starnuto, o solamente parlando. Tuttavia, non nascono per proteggere la persona che le indossa, bensì coloro che si trovano nelle sue vicinanze.

Mascherine FFP1, FFP2 e FFP3: si differenziano per la loro efficienza filtrante, che cresce all’aumentare del numero: le FFP1 hanno una capacità filtrante pari all’80%, le FFP2 intorno al 94% e le FFP3 superiore al 99%. Sono classificate come dispositivi di protezione individuale (DPI) e possono avere o meno la valvola. Quelle senza valvola, proteggono sia chi le indossa che gli altri, bloccando la diffusione del virus in entrata e in uscita. Con valvola, invece, proteggono soltanto chi la usa, poiché impediscono l’ingresso del virus, ma non bloccano totalmente la sua fuoriuscita.

Ogni altra mascherina reperibile in commercio, diversa da quelle sopra elencate, non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale; può essere prodotta ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto.

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Come igienizzare la mascherina

Spesso in questi mesi ci si è chiesto se fosse possibile igienizzare e disinfettare le mascherine per poterle utilizzare più di una volta.

Come igienizzare la mascherina? In linea di massima se si tratta di mascherine monouso, dovremmo gettarle in appositi contenitori ogni qual volta che le indossiamo. Tuttavia, esistono dei rimedi per procedere alla sanificazione in modo da poterne garantire il riutilizzo.

È bene però precisare che:

  • questo tipo di trattamento non dovrebbe essere effettuato per più di tre volte e comunque se la mascherina risulta danneggiata o deteriorata, sostituirla completamente
  • è sconsigliato sanificare le mascherine usate da chi è a contatto con persone infette o ad alto rischio di contagio
  • il trattamento igienizzante deve essere limitato a quei casi nei quali è stato valutato basso il rischio e quindi applicabile il reimpiego

È fondamentale che il riutilizzo di mascherine monouso sia considerato solo in situazioni di uso limitato alle attività quotidiane e non in ambito professionale o quando si è in contatto coi malati.

Per procedere all’igienizzazione, per prima cosa lavarsi accuratamente le mani e disinfettare anche la postazione dove si intende appoggiare la mascherina. Utilizzare una soluzione idroalcolica con una percentuale di alcool non inferiore al 70%, rovesciarla in uno spruzzatore e cospargere il prodotto su entrambi i lati della mascherina, compresi gli elastici, senza però eccedere per non rischiare di danneggiarla. Una volta effettuata questa procedura, lasciar evaporare per una mezz’ora in un luogo protetto. Non tutti gli esperti sono però favorevoli a questo metodo, in quanto ritengono che l’uso di alcool possa ridurre la capacità filtrante. Meglio lasciarle appese all’aria per qualche giorno, per dare così il tempo al virus di inattivarsi da solo.

Il discorso è diverso invece per le mascherine lavabili, che possono essere sottoposte a diversi trattamenti a seconda del materiale. Alcune, infatti, possono essere lavate in lavatrice, tenendo sempre presente le istruzioni del produttore sia sulla temperatura che sul numero massimo di lavaggi.

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