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Pubblicato il 28 Maggio 2019 | Ultima modifica il 15 Settembre 2020

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Il respiro del neonato, cosa devi sapere per tenerlo sotto controllo

Le prime settimane di vita del bambino possono essere fonte di ansia per i genitori, che devono imparare a conoscerlo. L’interpretazione del respiro del neonato, così come del pianto, è tra gli aspetti che più possono preoccupare la mamma.

A volte i neonati, soprattutto durante il sonno, respirano senza emettere alcun rumore tanto da spingere i genitori a controllarli spesso. Altre volte invece la respirazione è rumorosa e irregolare. Quando bisogna preoccuparsi?

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Come funziona il respiro del neonato

Prima di tutto, è necessario sapere che i neonati respirino esclusivamente con il naso e che un neonato respira più velocemente di un adulto: la capacità dei piccoli polmoni di immagazzinare aria è ridotta proprio per le loro dimensioni. Se per un adulto è normale fare 18-20 respiri al minuto, un neonato inspira ed espira tra le 40 e le 60 volte.

Inoltre i neonati respirano con il diaframma, una caratteristica che svanisce con la crescita attorno ai 6-7 anni, quando i bambini acquisiscono una respirazione toracica, come gli adulti.

Il respiro del neonato è soggetto a una variazione di ritmo che prende il nome di respirazione periodica e si articola così:

  • dapprima è emesso un respiro normale
  • poi una sequenza di respiri a ritmo molto accelerato
  • poi una pausa e quindi di nuovo un respiro normale.

Si tratta di una “anomalia” respiratoria tipica che non deve preoccupare, tenderà a scomparire gradualmente con la crescita e con il perfezionamento dello sviluppo cerebrale.

Non di rado il respiro del neonato è rumoroso, e può apparire affannoso. Questo a causa:

  • della struttura delle cavità nasali, attraverso cui il passaggio dell’aria si traduce in un rumore
  • dell’aria che fluisce sopra la saliva accumulatasi nella parte posteriore della gola. I neonati, infatti, sono incapaci di schiarirsi la gola.

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Controllare il respiro del neonato

Per controllare al meglio il respiro del neonato è opportuno fare attenzione a questi segnali:

Le pause. Durante la respirazione periodica occorre accertarsi che le pause non durino più di due secondi e che il colorito del bambino non muti. Quando si verifica un problema respiratorio serio, infatti, il colorito di pelle e mucose del bambino possono variare tendendo al bluastro, e ciò è indice di una mancata ossigenazione dei tessuti.

La frequenza respiratoria. La respirazione inoltre deve tornare spontaneamente normale. Se il neonato continua a respirare troppo rapidamente, con una frequenza respiratoria superiore a 60 atti il minuto, significa che c’è un problema respiratorio, così come se la pausa respiratoria raggiunge e supera i dieci secondi. Durante il pianto, per esempio, è normale che il bambino respiri più rapidamente, ma quando la situazione si normalizza, la frequenza si deve abbassare.

I respiri intercostali. Un altro segnale da non sottovalutare sono i respiri intercostali, indice di una difficoltà a far entrare aria nei polmoni. Una infezione respiratoria o una crisi di asma possono provocare difficoltà respiratorie, per cui il neonato tende a compensare utilizzando i muscoli intercostali: nel punto di confine tra torace e addome sono quindi visibili movimenti respiratori che hanno l’aspetto di rientramenti, chiamati appunto respiri intercostali.

I gemiti. Anche nel caso in cui il neonato emetta rumori simili a un gemito, è probabile che siano presenti difficoltà respiratorie: il gemito, infatti, aiuta a trattenere aria nei polmoni.

Altre possibili segni di difficoltà respiratorie

Tosse e narici dilatate. Altri possibili segni di difficoltà respiratorie sono le narici dilatate, che indicano le difficoltà del neonato a far entrare sufficiente aria nei polmoni, e la tosse che a volte può indicare anche la presenza di un’anomalia digestiva.

Infezioni. Se il respiro rumoroso si verifica in un bambino di età inferiore ai due mesi, con raffreddore che infiamma le prime vie respiratorie e muco abbondante, occorre prestare particolare attenzione. Nei bambini molto piccoli, infatti, un banale raffreddore può in alcuni casi evolvere rapidamente nella bronchiolite, infezione dei piccoli bronchi. Se si presentano difficoltà respiratorie con respiro accelerato costante, difficoltà di alimentazione o cambio del colore delle labbra il bambino deve essere urgentemente valutato dal pediatra.

Il respiro sibilante nei neonati

Quando durante la respirazione il bimbo emette un piccolo sibilo, la causa più frequente è un’infezione respiratoria virale. Il respiro sibilante può essere dovuto alla parziale ostruzione delle vie aeree per il gonfiore dei tessuti, alla presenza di muco o a broncospasmo. In questi casi possono essere presenti anche tosse, febbre o naso che cola. La situazione tende a peggiorare con l’inalazione di sostanze irritanti, come il fumo.

Un respiro sibilante era in passato interpretato come segnale di asma mentre oggi è noto che non tutti i bambini che presentano questi sintomi diventeranno adolescenti asmatici.

Il respiro sibilante può, in un bambino di età inferiore ai due mesi, in buone condizioni e non raffreddato, essere dovuto a un ambiente troppo secco, tipico di quando sono accesi i riscaldamenti. In questo caso può essere utile umidificare l’ambiente e praticare lavaggi nasali.

In caso di raffreddamento, lo stesso sibilo durante il sonno può essere dovuto all’infiammazione e al restringimento dei piccoli bronchi. Il consiglio è quello di consultare il pediatra.

In generale, per facilitare la respirazione nei bambini è importante cercare di tenere pulite le vie respiratore con lavaggi nasali con soluzione fisiologica, umidificare gli ambienti, evitare assolutamente l’esposizione al fumo e non stare vicino ai piccoli dopo aver fumato, con i vestiti che ne sono impregnati. Le mucose dei lattanti, infatti, sono molto sensibili e reattive rispetto agli stimoli esterni, e infiammazione e produzione di muco possono aumentare rapidamente, interferendo con il respiro.

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