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Pubblicato il 14 Ottobre 2019 | Ultima modifica il 17 Giugno 2020

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Sindrome metabolica: dieta e linee guida per sconfiggerla in sicurezza

Il termine sindrome metabolica indica un insieme di fattori di rischio tra di loro correlati che concorrono ad aumentare la possibilità d’insorgenza di patologie cardiache, ictus e diabete di tipo 2. I fattori di rischio sono vari e includono alterazioni metaboliche come l’aumento della pressione sanguigna, glicemia alta, eccesso di grasso corporeo e livelli anormali di colesterolo o trigliceridi.

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La maggior parte dei soggetti affetti da sindrome metabolica è in sovrappeso, per cui uno degli approcci terapeutico-preventivo per contrastare l’insorgenza di questa condizione e migliorare il quadro clinico è fondato sull’adozione di una dieta sana ed equilibrata e sulla pratica di un’attività fisica regolare. La diffusione della sindrome metabolica è in continuo aumento a causa dei tassi crescenti di obesità tra gli adulti, tanto che in futuro tale sindrome potrebbe superare il fumo come il principale fattore di rischio per le patologie cardiache.

Sintomi della sindrome metabolica

La maggior parte dei disturbi associati alla sindrome metabolica non sono evidenti. Infatti, nonostante il maggior rischio di sviluppare future condizioni come diabete e patologie cardiovascolari, i soggetti affetti da sindrome metabolica riferiscono di sentirsi bene. Per tale motivo, un’attenzione particolare deve essere posta ai diversi fattori di rischio sopra citati, i quali possono predisporre allo sviluppo di questa condizione.

Quali sono le cause della sindrome metabolica?

Gli individui affetti da sindrome metabolica presentano in maniera concomitante tre o più delle seguenti condizioni: elevati livelli d’insulina plasmatica, di pressione arteriosa e di trigliceridi plasmatici; bassi livelli di colesterolemia HDL, ridotta tolleranza al glucosio o diabete. Ovviamente, l’anomalia di uno solo di questi parametri non ne determina per se l’insorgenza della sindrome metabolica, ma certamente denota una maggiore probabilità di svilupparla.

Le principali cause che predispongono allo sviluppo della sindrome metabolica possono essere quindi sintetizzate come segue:

  • Eccessiva quantità di grasso corporeo, localizzata soprattutto in sede addominale; variazione dell’indice di massa corporeo e circonferenza vita larga (89 centimetri per le donne e 102 centimetri per gli uomini;
  • Ipertrigliceridemia [cioè, elevati livelli di trigliceridi nel sangue; 150 milligrammi per decilitro (mg/dL) o 1,7 millimoli per litro (mmol / L) o superiore];
  • Bassi livelli di colesterolo buono o HDL [meno di 40 mg/dL (1,04 mmol/ L) negli uomini; meno di 50 mg/dL (1,3 mmol/L) nelle donne] e alti valori di colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL)
  • Ipertensione arteriosa (valori pressori>140/90);
  • Iperglicemia [100 mg/dL (5,6 mmol/L) o superiore];
  • Resistenza all’insulina, ormone che aiuta a regolare la quantità di zucchero presente nell’organismo a livello periferico nei cosiddetti organi bersaglio (fegato, muscolo, tessuto adiposo) con conseguente iperglicemia.

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La prevenzione alla base

La probabilità di sviluppare la sindrome metabolica è strettamente legata al sovrappeso, all’obesità e alla mancanza di attività fisica. L’impegno per uno stile di vita sano può essere di beneficio nel prevenire i fattori che causano la sindrome metabolica. In tal senso, la riduzione del peso corporeo, attraverso l’adozione di dieta mirata e la pratica dell’esercizio fisico, rappresenta un traguardo da raggiungere.

In generale, non è necessario il raggiungimento del peso ideale per migliorare il profilo metabolico; infatti, nella maggior parte dei casi, è sufficiente una riduzione del 5-10% del peso corporeo per indurre effetti clinici rilevanti. A supporto di quest’affermazione, studi scientifici hanno dimostrato che il miglioramento dell’insulino-sensibilità ottenuto con una riduzione del peso corporeo è compreso tra il 30 e il 60%. Gli effetti positivi conseguenti alla riduzione del peso corporeo normalmente continuano fino a quando si mantiene la riduzione del sovrappeso.

Ovviamente un regime alimentare ad hoc che mira tanto la prevenzione, quanto al trattamento di soggetti affetti da sindrome metabolica dovrà essere seguito secondo delle linee guide precise e dovrà avere caratteristiche che ne consentano l’utilizzo e che tengano conto delle alterazioni presenti nei singoli individui. In generale, i piani per un’alimentazione sana raccomandano un elevato consumo di verdure, frutta, cereali integrali ricchi di fibre, proteine magre; una limitazione dell’assunzione di bevande zuccherate, alcool, sale, grassi saturi e grassi trans e la rinuncia al fumo.

Anche la pratica dell’attività fisica svolge un ruolo essenziale nella prevenzione e nel trattamento della sindrome metabolica. Un recente studio ha avuto lo scopo di valutare l’associazione tra l’allenamento contro resistenza, con o senza esercizio aerobico, e il rischio di sviluppare sindrome metabolica in adulti di circa 46 anni, in salute. L’ipotesi di base è che l’allenamento effettuato contro resistenza riduca il rischio di sviluppo di sindrome metabolica e che l’aggiunta dell’esercizio aerobico sia associata a un rischio d’incidenza ancora più basso.

I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a diversi esami medici tra il 1987 e il 2006 ed hanno compilato dei questionari circa la frequenza e l’intensità dell’esercizio di resistenza e aerobico. I risultati ottenuti hanno dimostrato che su 7418 partecipanti circa 1147 (15%) ha sviluppato la sindrome metabolica nei 4 anni di follow-up e che la pratica di circa un’ora di esercizio di resistenza la settimana è associato a una riduzione del rischio del 29% di MetS rispetto a chi non esercita tale attività.

Fonti

https://www.nhlbi.nih.gov/health-topics/metabolic-syndrome

Esmée A. Bakker et al. Association of Resistance Exercise, Independent of and Combined With Aerobic Exercise, With the Incidence of Metabolic Syndrome. Mayo Clin Proc. n XXX 2017;nn(n):1-9.

World Health Organization. Obesity and overweight: World Health Organization global strategy on diet, physical activity and health fact sheet. http://www.who.int/hpr/NPH/docs/gs

Lakka HM1, Laaksonen DE, Lakka TA, Niskanen LK, Kumpusalo E, Tuomilehto J, Salonen JT. The metabolic syndrome and total and cardiovascular disease mortality in middle-aged men. JAMA. 2002 Dec 4;288(21):2709-16.

Jonathan Myers, Peter Kokkinos, Eric Nyelin. Physical Activity, Cardiorespiratory Fitness, and the Metabolic Syndrome. Nutrients. 2019 Jul; 11(7): 1652

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