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Pubblicato il 31 Maggio 2018 | Ultima modifica il 17 Giugno 2020

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Le malattie cardiovascolari: quali sono, classificazione e prevenzione

Le malattie cardiovascolari (MCV) sono patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni che possono svilupparsi in modo insidioso lungo l’intero arco della vita. Tali malattie generano un pesante impatto sull’aspettativa e qualità di vita degli ammalati e sull’impiego delle risorse sanitarie. Le MCV rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi.

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Quali sono le malattie cardiovascolari?

Dal punto di vista epidemiologico rivestono grande importanza:

Le cardiopatie ischemiche, caratterizzate da un temporaneo e insufficiente apporto di ossigeno, causato dalla riduzione del flusso ematico attraverso le arterie coronarie. Le cardiopatie ischemiche si verificano quindi in presenza di restringimenti nelle arterie coronariche dette anche stenosi. Le più frequenti cardiopatie ischemiche sono:

  • L’angina pectoris (dal latino “dolore al petto”), un malessere dovuto a una temporanea sproporzione tra la richiesta di ossigeno da parte del cuore e la capacità delle arterie coronarie di portare sangue.
  • L’infarto del miocoradio o attacco cardiaco, ovvero il processo di morte cellulare (necrosi) che colpisce il miocardio, cioè il muscolo cardiaco, a seguito dell’occlusione di una arteria coronaria o di un suo ramo.

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Le malattie delle arterie, caratterizzate da un cattivo funzionamento delle stesse. Tra queste, ritroviamo:

  • L’aterosclerosi o arteriosclerosi, determinata da un indurimento dei vasi sanguigni e dall’ispessimento degli strati interni delle pareti delle arterie, che diventano irregolari a causa del depositarsi di lipidi e colesterolo (placche parietali). Se la placca protrude nel lume vasale, può arrivare a ostacolare il flusso ematico al suo interno. Un eventuale distacco, totale o parziale, della placca stessa può portare a trombosi e a obliterazione completa del lume del vaso, con conseguente interruzione del flusso ematico.
  • Aneurisma, cioè una dilatazione progressiva di un segmento vascolare. Gli aneurismi si manifestano come dilatazioni pulsanti del vaso. La localizzazione più importante è a carico dell’aorta e nel 90% dei casi colpisce l’aorta addominale. 

Fattori di rischio delle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari riconoscono un’eziologia multifattoriale, il che vuol dire che più fattori di rischio contribuiscono contemporaneamente al loro sviluppo.

I fattori di rischio delle malattie cardiovascolari non sono casuali ma statisticamente associati alla loro insorgenza. Essi si dividono in due categorie: non modificabili e modificabili.

I fattori di rischio non modificabili sono costituzionali, cioè non dipendono dalla volontà umana e non possono essere pertanto modificati. I più importanti sono:

  • Età. Il rischio di MCV aumenta con l’aumentare degli anni perché il tempo “usura” il cuore e il sistema vascolare.
  • Sesso. I maschi hanno, a parità di altre caratteristiche, un rischio cardiovascolare superiore rispetto alle donne, cioè si ammalano di più di cuore. Questo fatto deriva da diverse ragioni, la più importante delle quali è l’effetto protettivo esercitato dagli ormoni femminili, gli estrogeni, sul cuore e vasi. Tuttavia anche per le donne, dopo la menopausa, la probabilità di ammalarsi è simile a quella degli uomini.
  • Familiarità. La presenza di malattie di cuore nei genitori, nei fratelli o nei parenti stretti è lo specchio delle proprie caratteristiche genetiche. Va però sottolineato che la predisposizione ad ammalarsi può anche non essere stata trasmessa dai propri antenati o, anche se è stata effettivamente ereditata, non è necessariamente destinata a manifestarsi in quell’individuo.

I fattori di rischio modificabili sono quelli legati all’esposizione a determinati agenti o a stili di vita nocivi. Pertanto è possibile agire su di essi adottando provvedimenti idonei che permettono di prevenire, ritardare la comparsa, attenuare la gravità e le conseguenze di MCV.

Uno dei principali fattori di rischio modificabile di MCV è l’ipercolesterolemia. L’eccesso di colesterolo, infatti, porta al deposito di placche sulle pareti delle arterie. Le placche possono accumularsi fino a ostacolare il regolare flusso sanguigno o, a causa di un’infiammazione, rompersi.

Per determinare il rischio cardiovascolare, più che considerare il colesterolo totale è meglio valutare il rapporto tra colesterolo “buono” HDL e colesterolo “cattivo” LDL. Le prime trasportano il colesterolo dalle arterie al fegato e quindi esercitano un’azione di pulizia. Le seconde al contrario portano il colesterolo verso le arterie facilitandone il deposito.

È chiaro quindi che può esserci comunque un elevato rischio cardiovascolare anche quando il colesterolo totale è nella norma se la percentuale di HDL è particolarmente bassa rispetto al colesterolo LDL. Il rapporto ottimale LDL/HDL dovrebbe essere inferiore a 3 (e possibilmente vicino a 1), mentre il rapporto tra colesterolemia totale e colesterolemia HDL dovrebbe essere inferiore a 5 (e possibilmente vicino al 3).

Il rischio cardiovascolare aumenta ulteriormente se a una maggiore concentrazione di LDL rispetto all’HDL si aggiunge l’ipertrigliceridemia, cioè un’alta concentrazione sanguigna di trigliceridi, una specifica tipologia di lipidi. Questi grassi sono un’importante fonte di energia per le nostre cellule ma, in quantità eccessiva, possono contribuire allo sviluppo di patologie circolatorie.

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Prevenzione e stili di vita

Una corretta nutrizione, associata a una regolare attività fisica, è uno strumento essenziale per ridurre il rischio cardiovascolare legato all’ipercolesterolemia. È bene, infatti, limitare il consumo di zuccheri, cereali raffinati, grassi idrogenati e saturi e arricchire invece la dieta di alimenti sani in grado di tenere sotto controllo i livelli di colesterolo HDL e LDL come cereali integrali, pesce azzurro ricco di omega-3, noci, olio extravergine di oliva etc.

Gli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato possono essere un potente alleato per contrastare l’ipercolesterolemia. Il riso rosso fermentato contiene monacolina K, una sostanza con una struttura chimica molto simile a quella della lovastatina, un farmaco appartenente alla categoria delle statine (medicinali d’elezione per il trattamento del colesterolo elevato). Il riso rosso fermentato altro non è che riso comune (Oryza sativa) fermentato da vari ceppi del Monascus purpureus, chiamato anche lievito rosso per via della sua colorazione. Durante l’attività fermentatrice, questo lievito si arricchisce di monacoline, un gruppo di sostanze note per la capacità ipolipemizzante, capace quindi di migliorare la circolazione sanguigna.

Numerose ricerche hanno dimostrato che una regolare assunzione d’integratori a base di riso rosso fermentato diminuisce la colesterolemia LDL tra il 15 e il 25%; si riduce anche la colesterolemia totale, mentre il livello del colesterolo HDL non subisce variazioni di rilievo. L’effetto sulle LDL resta invariato nel tempo, se la quantità di monacolina K assunta rimane costante.

È bene ricordare che il rischio di patologie cardiovascolari non dipende solo dall’ipercolesterolemia e dall’ipertrigliceridemia, ma può essere correlato ad altri fattori modificabili come:

  • Fumo di sigaretta (tabagismo). La nicotina accelera il battito cardiaco, mentre il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue.
  • Pressione arteriosa. Una pressione arteriosa elevata, o ipertensione, costringe il cuore a un superlavoro.
  • Se non correttamente controllato, il diabete favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare.
  • Sovrappeso o obesità. Il cuore e i vasi devono portare sangue a una massa corporea maggiore e fare più lavoro che li affatica. I soggetti in sovrappeso hanno maggiore probabilità di sviluppare iperglicemia, diabete mellito franco, ipercolesterolemia e ipertensione arteriosa. 

In conclusione, il rischio che ogni persona ha di sviluppare una patologia cardiovascolare dipende dall’entità dei fattori di rischio. L’insieme di tali fattori determina il rischio cardiovascolare globale assoluto, che permette di valutare la probabilità di ammalarsi di una malattia cardiovascolare. Abbassando o eliminando un singolo fattore di rischio modificabile attraverso uno stile di vita sano è possibile ridurre notevolmente il rischio cardiovascolare o mantenerlo a livello favorevole.

 

Fonti dell’articolo:

http://www.salute.gov.it/portale/home.html

http://www.anmco.it

https://www.escardio.org

Matthew Klimek, Shan Wang, Adeleye Ogunkanmi. Safety and Efficacy of Red Yeast Rice (Monascus purpureus) as an Alternative Therapy for Hyperlipidemia. P T. 2009 Jun; 34(6): 313–327.

Peng D, Fong A, Pelt AV. Original Research: The Effects of Red Yeast Rice Supplementation on Cholesterol Levels in Adults. Am J Nurs. 2017 Aug;117(8):46-54. doi: 10.1097/01.NAJ.0000521973.38717.2e.

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