La cura di un edema dipende dalla condizione che lo ha causato, in particolar modo quando si tratta di edema generalizzato, per cui è necessario intervenire con il trattamento della patologia sottostante.
Va detto tuttavia che in alcuni casi l’edema è transitorio, in forma lieve, e si risolve spontaneamente.
Quando l’edema è localizzato agli arti inferiori, oltre a curare la patologia venosa i possibili rimedi da mettere in atto possono riguardare l’alimentazione, alcuni comportamenti e l’uso di calze elastiche. Vediamoli in dettaglio.
Per la riduzione del gonfiore possono essere utili i bendaggi compressivi, o l’uso di calze elastiche, specialmente nelle donne in gravidanza. Possono essere utili anche leggeri movimenti di ginnastica e massaggi drenanti, purché eseguiti esclusivamente da personale qualificato.
Durante la notte, una buona abitudine è quella di riposare con le gambe sopraelevate rispetto al corpo per favorire la circolazione, per esempio tenendo un cuscino sotto i piedi.
Se durante il giorno è necessario trascorrere molte ore in una stessa posizione, seduta o in piedi, fare pause frequenti, muoversi e fare qualche esercizio di stretching.
Per quanto riguarda l’alimentazione, meglio preferire una dieta povera di sale, con molta frutta e verdura, ricca di legumi, pesce e carni magre. Evitare invece alimenti industriali, processati, fritti. Tra i vegetali ve ne sono di diuretici, per esempio asparagi, fagiolini, verdure a foglia verde, cipolle, zucca, ananas; cercare di includerli nella dieta, per quanto possibile. Infine, non ultimo, ricordarsi di bere molta acqua, un litro e mezzo almeno, per favorire la diuresi e contrastare la ritenzione idrica.
Tra le buone abitudini per la salute delle vene e della circolazione, anche quella di evitare le bevande alcoliche e il fumo di sigaretta.
Trattamento dell’edema: agire su due fronti
Ma per il trattamento dell’edema è necessario agire su due fronti. È infatti importante anche prendersi cura della pelle, che in presenza di edema risulta assottigliata e disidratata. A questo scopo è consigliabile l’uso di un detergente delicato che, oltre a detergere per affinità, aiuti la pelle a mantenere il suo fisiologico nutrimento.
Fondamentale anche applicare quotidianamente dei prodotti ad azione emolliente, ricchi di burri e oli vegetali: ne sono un esempio il Burro di Karitè e l’olio di mandorle dolci, dall’intensa azione nutriente e idratante. L’applicazione di questi oli deve essere effettuata con leggeri massaggi per ammorbidire ed elasticizzare la cute, sottoposta a una eccessiva tensione per via del gonfiore.
Nei pazienti oncologici, soprattutto nelle donne operate di tumore della mammella, il linfedema è una complicanza che può verificarsi successivamente all’intervento chirurgico, nel caso in cui siano stati asportati i linfonodi ascellari.
Per questo vengono prescritti massaggi drenanti e l’applicazione di prodotti a base di estratti specifici, come centella asiatica o escina.
Anche in questi casi la cura della pelle del braccio interessato è molto importante; mantenerla pulita e ben idratata riduce, infatti, il rischio di infiammazione o di infezione che favorirebbero la comparsa del linfedema: succede infatti che in presenza di una minaccia patogena l’organismo reagisce producendo una maggiore quantità di linfa nel tentativo di contribuire a debellare l’infezione.
Una pelle idratata ed elastica è meno soggetta a infiammarsi o infettarsi; attenzione quindi alle screpolature, anche una minima lesione può costituire una via di accesso per i batteri.
Per la stessa ragione proteggere le mani con i guanti durante lo svolgimento di attività domestiche, ed evitare i prelievi di sangue sul braccio interessato.
Per il trattamento del linfedema nei pazienti oncologici è molto importante anche la fisioterapia, praticata attraverso una precisa compressione manuale per riattivare i vasi linfatici ed evitare il ristagno di liquido. In caso contrario la linfa, che contiene anche proteine, plasma e globuli bianchi, può accumularsi e, nel tempo, causare un ispessimento dei tessuti che rendono l’edema non reversibile, e quindi molto invalidante.
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