Glossario

Pubblicato il 23 Luglio 2020 | Ultima modifica il 30 Luglio 2020

Congiuntivite

La congiuntivite è un processo infiammatorio (flogosi) che interessa la congiuntiva oculare, ovvero la membrana trasparente che riveste il bulbo dell’occhio, proteggendolo da agenti esterni irritanti o patogeni. 

Dato che la congiuntiva si estende dalla superficie interna delle palpebre (congiuntiva tarsale), alla sclera (la parte bianca dell’occhio) ricoprendo l’intero bulbo oculare, l’infiammazione a cui è soggetta coinvolge in modo importante la funzionalità dell’occhio.

La sintomatologia generalmente correlata alle congiuntiviti comprende presenta arrossamento della rima palpebrale interna, sensazione di sabbia nell’occhio, disfunzioni della pellicola lacrimale precorneale, aumento della lacrimazione, dolore e bruciore, accompagnato da prurito e secrezioni muco-purulente, soprattutto notturne, che impediscono alle palpebre di aprirsi. 

La congiuntivite può colpire uno solo (in questo caso viene definita monolaterale) o entrambi gli occhi (bilaterale) con evoluzioni differenti in funzione della causa scatenante (agenti irritativi, infettivi, allergici, virali).

Quali sono le tipologie di congiuntivite

A seconda dell’eziopatogenesi, i tipi di congiuntivite si possono classificare nelle seguenti macrocategorie:

  • Congiuntivite infettiva da batteri, ovvero causata da agenti patogeni esterni (i più frequenti sono stafilococchi e streptococchi quali il Diplococcus pneumoniae e l’Haemophilus aegyptius; un ulteriore batterio coinvolto è il Meningococco, che colpisce prevalentemente i bambini, così come la Chlamydia trachomatis o Neisseria gonorrhoeae, che possono essere trasmessi ai neonati durante il passaggio nel canale del parto (congiuntivite neonatale). È un’infezione molto contagiosa, facilitata dal contatto degli occhi con mani sporche o liquidi batteriologicamente inquinati.

La congiuntivite batterica, a sua volta, in funzione della sintomatologia che presenta, si suddivide in: 

  • Congiuntivite catarrale, che presenta una forte secrezione di muco, iperemia della congiuntiva (cioè un aumentato afflusso sanguigno e conseguente arrossamento) talvolta piccole emorragie congiuntivali e marcata fotofobia.
  • Congiuntivite purulenta, generalmente causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, è una flogosi acuta con edema della palpebra, arrossamento e secrezione purulenta importante. Può coinvolgere la cornea e i linfonodi dell’orecchio, ingrossandoli.
  • Congiuntivite membranosa, forma piuttosto rara di infiammazione che comporta la presenza di membrane sulla congiuntiva difficoltose da rimuovere e possibili cause di emorragie; a volte, se complicata, giunge a coinvolgere la cornea.
  • Congiuntivite pseudomembranosa: simile alla precedente, con la differenza che le membrane sulla porzione di congiuntiva tarsale si staccano con facilità dalla mucosa lasciandola, pur arrossata, intatta.
  • Cheratocongiuntivite flittenulare: è una forma infiammatoria prodotta da ipersensibilità ad agenti patogeni (stafilococchi, Chlamydia) che sviluppa noduli grigiastri sulla congiuntiva e sulla cornea (flittenule) che si ulcerano e guariscono nell’arco di un paio di settimane. È frequente tra i bambini.
  • Congiuntivite virale, provocata da virus quali adenovirus e herpes virus, è la forma più frequente di infiammazione, spesso associata alla sintomatologia tipica delle malattie esantematiche come morbillo, varicella, rosolia, parotite o contestuale a una infezione delle vie aeree superiori (tipicamente il comune raffreddore).

Generalmente le congiuntiviti virali sono di tipo acuto, interessano un solo occhio ma, data la spiccata contagiosità, per evitare la compromissione di entrambi gli occhi occorre curare molto l’igiene, lavandosi spesso le mani ed evitando l’utilizzo promiscuo di asciugamani e federe. I sintomi sono rappresentati da ipertrofia dei follicoli, edema palpebrale, iperemia, tumescenza delle ghiandole linfatiche preauricolari e spesso coinvolgimento della cornea. Le secrezioni sono di entità modesta e di tipo sieroso e la risoluzione è spontanea.  

  • Congiuntivite allergica, si distingue in stagionale, quando la sua insorgenza si limita a determinati periodi dell’anno in cui sono presenti specifici allergeni (polline, spore, etc) o cronica, quando gli allergeni (come polvere, peli di animali e acari) sono costantemente presenti nell’ambiente.

La congiuntivite allergica è tendenzialmente abbinata a uno stato allergico generale (atopia) determinato da una risposta del sistema immunitario (che si esprime attraverso la sintesi di anticorpi, più precisamente immunoglobuline di tipo IgE) verso vari fattori esterni. Coinvolge sempre entrambi gli occhi. 

La sintomatologia tipica include prurito intenso, lacrimazione, presenza di follicoli ingrossati, edema sottocongiuntivale (chemosi), iperemia e secrezioni biancastre, intolleranza alle lenti a contatto. 

Le forme cliniche più frequenti sono la rinocongiuntivite allergica (che colpisce circa il 20% della popolazione) la cheratocongiuntivite primaverile (forma recidiva cronica, che compare nei periodi primaverili e autunnali) la cheratocongiuntivite atopica e la congiuntivite giganto-cellulare (che è peculiare dei portatori di lenti a contatto).

  • Congiuntivite irritativa causata da esposizione a sostanze chimiche (farmaci, cosmetici e detergenti) oppure a fattori ambientali che producono una risposta infiammatoria (inquinanti contenuti nell’aria e nell’acqua, emissioni luminose da computer, alterazioni del pH della mucosa oculare per contatto con cloro etc.)

Tra le forme di congiuntivite da fattori ambientali, deve essere considerata anche la congiuntivite attinica, indotta dall’esposizione ai raggi ultravioletti senza la necessaria protezione di lenti (tipicamente insorge quando il soggetto si trova sulla neve e al mare).

  • Congiuntivite traumatica: deriva da un episodio traumatico violento (colpo o lesione generata da un corpo estraneo).

Fonti: