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Pubblicato il 3 Gennaio 2018 | Ultima modifica il 11 Novembre 2021

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Problemi di alito cattivo nei bambini? Un elenco delle possibili cause e dei rimedi

L’alito cattivo nei bambini può darci indicazioni sul loro stato di salute ed è un sintomo da analizzare per trovare i rimedi corretti.

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Cosa è l’alitosi

Uno dei segnali del nostro corpo difficile da ignorare, perché comporta delle ripercussioni sulla nostra vita sociale, sulla nostra autostima ed ha, quindi, delle effettive conseguenze sulle nostre capacità relazionali, è l’emissione, durante la respirazione, di odori sgradevoli; ovvero l’alitosi.

Questo termine, oggi conosciutissimo, in quanto colpisce una percentuale molto alta della popolazione mondiale, deriva dal termine latino “halitus” che significa “soffio” più il suffisso greco “osis” che ne sottolinea l’aspetto patologico.

Come già detto, l’alito cattivo è una problematica difficile da ignorare nel caso in cui riguardi un adulto, ma risulta molto più facile sottovalutare il problema nel caso in cui il soggetto che ne soffre è in età pediatrica.

L’alitosi nel bambino non viene percepita dallo stesso come un disagio e, generalmente, i genitori tendono ad occuparsi della salute orale dei propri figli in età più avanzata o nel caso in cui si presenti dolore. Ovviamente, questo tipo di atteggiamento, è sintomo di una superficialità che può portare anche al “ritardo diagnostico” di patologie altrimenti facilmente risolvibili.

Cause e rimedi per l’alito cattivo nei bambini

Nel bambino l’alito pesante può essere causato da diversi fattori.

  • In primis va ricordato che durante la dentizione, ovvero nei primi due anni di vita, l’alitosi è fisiologica e transitoria. Un altro fattore importante è l’acetone, questa è una patologia metabolica chiamata anche chetosi e acetonemia ed è causata da digiuni prolungati, sforzi eccessivi, stati febbrili e consumo eccessivo di cibi grassi. La cura consiste in una dieta sana, prescritta e controllata dal pediatra.
  • Le tonsilliti e le infezioni respiratorie provocano alitosi a causa, invece, della proliferazione batterica, alla produzione eccessiva di muco verde e giallo e all’accumulo di pus maleodorante nei crateri tonsillari. In questo caso il pediatra agirà prescrivendo la terapia antibiotica più adatta, con la guarigione scomparirà anche l’alito cattivo nel bambino.
  • Altra possibile causa dell’alito cattivo nei bambini sono i problemi intestinali quali: gastroenteriti, presenza di parassiti, stitichezza, causano alitosi, in quanto avviene l’assorbimento dei gas intestinali e la loro consequenziale eliminazione attraverso la respirazione. In questo caso il pediatra potrà prescrivere antiparassitari o antibiotici o terapia a base di fermenti lattici e diete ricche di fibre.
  • Molto più frequentemente l’alitosi infantile è segno di una cattiva igiene orale. I bambini sono infatti restii a lavare i denti o comunque sono poco attenti nel farlo.

alitosi bambini

Igiene orale corretta per combattere l’alito pesante nei bambini

Una igiene orale corretta può ovviare i problemi di alito cattivo nei bambini. Inutile dire che il responsabile della salute del cavo orale del bambino è il genitore, ed è proprio quest’ultimo che necessita di essere istruito da un professionista ancor prima della nascita, durante la gravidanza, non vi è infatti un’età giusta per iniziare ad occuparsene. Se ciò non accade la placca accumulata, che causa l’alito pesante, porta facilmente alla presenza di tartaro e carie.

Ovviamente in base all’età del piccolo paziente, alla sua manualità ed anche al suo stile di vita, le tecniche che un’igienista dentale può utilizzare sono svariate, ma vi sono delle istruzioni che restano sempre valide e che i genitori sono chiamati a seguire.

Ad esempio, nei primi due anni di vita, il cavo orale del bambino va pulito dopo l’allattamento al seno o al biberon, in quanto il latte può creare depositi batterici. La tecnica da utilizzare è quella di usare un guantino in microfibra idoneo per i piccoli già dai 3 mesi, o l’uso di una garza sterile imbevuta e massaggiare le creste gengivali, le guance, le labbra ed infine la lingua del piccolo.

Con l’eruzione dei primi denti decidui, questi dovranno essere spazzolati con uno spazzolino specifico per l’età e semplice acqua.

A partire dai due anni si può iniziare ad utilizzare un dentifricio al fluoro che dovrà essere dosato e applicato sullo spazzolino dal genitore, senza dimenticare di spazzolare anche la lingua. Inutile dire che crescendo il bambino potrà utilizzare un numero sempre maggiore di strumenti e in maniera sempre più autonoma dai genitori. È necessario seguire i progressi e la crescita del bambino e spronarlo ad instaurare un rapporto di fidelizzazione basato anche su visite periodiche, la cui frequenza dipenda dalle singole esigenze del piccolo paziente. Inoltre è consigliabile far visitare il bambino almeno una o due volte l’anno da un odontoiatra e dall’igienista dentale.

In conclusione possiamo dire che in un’età in cui il paziente non può esprimere personalmente i propri disagi o le proprie problematiche, è il suo corpo a parlare per lui, il nostro compito è, semplicemente, quello di ascoltarlo e di saper leggere i segnali che ci dà, anche se questi non sono sempre accompagnati da un sonoro pianto.

Anche un respiro è capace di darci informazioni sullo stato di salute di un individuo. Bisogna saper guardare al più semplice dei sintomi con l’occhio scrupoloso e attento di una madre ma con le conoscenze mediche e le competenze di un professionista, solo in questo modo si può perseguire ad un programma di prevenzione.

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