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Pubblicato il 15 Gennaio 2020 | Ultima modifica il 22 Gennaio 2020

Mamma e Bambino

Come affrontare al meglio il rientro al lavoro dopo la maternità

Il momento del rientro al lavoro dopo la maternità è un passaggio delicato da affrontare per una donna. È il primo vero distacco tra il bambino e la madre, che non solo deve affidare il proprio figlio alle cure di altri per lunghe ore al giorno, ma anche recuperare il ritmo lavorativo e rientrare nel proprio ruolo di donna fuori casa.

Accettare di dover lasciare il proprio bambino a qualcun altro, che sia l’asilo nido, la tata o i nonni, perché si deve tornare al lavoro, non è sempre emotivamente facile: molte infatti sono le donne che vivono il rientro al lavoro dopo la maternità come una colpa, come se fossero costrette a scegliere tra la professione/carriera e il proprio figlio. Altre invece, una volta rientrate, si sentono inadeguate a ricoprire gli incarichi perché pensano di non aver più sufficiente tempo a disposizione per dedicarsi ad esempio a trasferte o per pensare ad avanzamenti di carriera.

Queste sono, purtroppo, situazioni molto comuni che fanno vivere il rientro al lavoro dopo la maternità in maniera stressante perché bilanciare il tutto non è immediato e semplice.

Come aiuto, ecco alcuni consigli per vivere questo momento importante con serenità e fiducia.

Rientro al lavoro dopo la maternità: prendersi piccoli break 

Il rientro al lavoro dopo la maternità può diventare molto critico e le donne hanno bisogno di essere supportate e non rimanere sole in questo delicato passaggio. È bene che chi vive insieme alla neomamma la faccia sentire compresa e la supporti nelle sue scelte mostrandosi disponibile ad accudire alcune volte il bambino. Già durante il periodo della maternità è opportuno, infatti, che ci siano momenti di distacco tra mamma e figlio, così che la mamma si senta rassicurata vedendo che anche lontano da lei, il bambino è ugualmente curato e sereno.

D’altro canto, il bambino imparerà a stare senza la mamma e a riconoscere l’autorità di altre persone. A livello psicologico questi piccoli break sono essenziali perché danno alla mamma la possibilità di prendersi del tempo per sé imparando a non viverlo come una colpa, ma come un’opportunità sia per il proprio equilibrio psicofisico, sia per il bambino che stando con altre persone riceverà stimoli differenti e dunque fondamentali per la propria crescita.

Ricordarsi di non essere le sole ad affrontare il rientro al lavoro

Altro aspetto importante è quello di fare rete con le altre mamme: si deve infatti durante la maternità riuscire a intrecciare rapporti con altre mamme che hanno vissuto o stanno vivendo il rientro al lavoro. Sarà così facile capire che i problemi sono comuni e non si è le uniche a dover dividersi tra i due ruoli di lavoratrice e madre e che è, anche se impegnativo, possibile e giusto farlo. Inoltre, dal confronto con altre mamme si possono sicuramente avere anche informazioni utili sui diritti delle donne che rientrano al lavoro: perciò quello di fare rete è un modo non solo per sostenersi reciprocamente, ma anche per essere aggiornate.

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Scegliere a chi affidare il proprio bambino

Perché il rientro al lavoro dopo la maternità sia vissuto serenamente, un aspetto sicuramente non secondario è la totale fiducia verso le persone a cui il bambino è affidato durante le ore in cui la mamma è impegnata. Qualunque sia la soluzione che si sceglie di adottare – parenti, tata o nido, deve avere il consenso totale della mamma.

Se la mamma nel momento del distacco lascia serenamente a chi di dovere il proprio figlio, questa sensazione di tranquillità sarà trasmessa al bambino che con più fiducia vivrà anche lui questo passaggio.

Rientro al lavoro dopo la maternità sì, ma con calma

Ovviamente trovare un bilanciamento tra gli impegni lavorativi e quelli familiari non è immediato, ecco perché è sempre importante affrontare il rientro al lavoro dopo la maternità in modo graduale. Se le condizioni di lavoro lo permettono si può concordare inizialmente un part-time o un orario ridotto prima di ritornare al full time. Questo periodo di rodaggio servirà per trovare un nuovo equilibrio nella gestione dei diversi impegni.

Molto spesso la privazione di sonno che un bambino piccolo può comportare diventa un ulteriore fattore di affaticamento. Un banale mal di pancia, un dentino che spunta possono trasformarsi in notti insonni: un biberon di camomilla tiepida o l’uso di una pasta gengivale per lenire il fastidio dovuto alla prima dentizione aiutano a calmare il piccolo e a guadagnare qualche attimo di riposo.

Fonti

https://associazioneadatta.files.wordpress.com/2011/06/mamme-pubblicazione.pdf

https://www.unia.ch/fileadmin/user_upload/Arbeitswelt-A-Z/Familie-Beruf/familie-beruf-erwerbstaetig-mutter-Lavoro_e_sono_mamma_quello_che_devo_sapere.pdf

http://www.giulianofranzan.it/files/Aspetti-Psicologici-della-Maternita.pdf

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