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Pubblicato il 4 Gennaio 2019 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

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L’importanza della Vitamina K per i neonati: quando è necessaria?

È consueto pensare a integrazioni di vitamine, in particolare durante l’inverno a seguito di malattie influenzali, oppure in periodi di particolare stress psicofisico. Esiste però una situazione del tutto speciale, nella quale l’integrazione vitaminica è praticata alla nascita. Si tratta della vitamina K per i neonati somministrata per evitare la “Malattia Emorragica del Neonato” (MEN). I livelli di vitamina K nei neonati, infatti, sono bassi: la vitamina K ha un passaggio molto scarso attraverso la placenta e non può ancora essere sintetizzata dalla flora batterica intestinale perché l’intestino del neonato ne è privo, in quanto sterile. Il latte materno è, inoltre, molto povero di vitamina K e non permette di garantirne l’apporto necessario.

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Cos’è la vitamina K

Le vitamine si possono suddividere in due categorie: vitamine idrosolubili, da assumere attraverso l’alimentazione (vitamine del gruppo B, vitamina H, PP e C) e vitamine liposolubili, assorbite insieme ai grassi alimentari e accumulate nel fegato. A tale categoria appartiene la vitamina K, insieme alle vitamine D, E, A.

La vitamina K viene introdotta con l’alimentazione: ne sono una buona fonte i vegetali, in particolare verza, cavoli e spinaci, cavolfiori, pomodori. Ne sono ricchi anche fegato, olio di fegato di merluzzo, olio di soia, erba medica, tuorlo d’uovo.

La vitamina K è indispensabile per garantire il processo di coagulazione del sangue e agisce come fattore anti-emorragico. Esistono diverse forme di Vitamina K: due “naturali” e due “sintetiche”. Sono naturali la Vitamina K1, o fillochinone, di origine vegetale, e la Vitamina K2 detta anche farnochinone, invece di origine batterica.

Sono sintetiche la Vitamina K3 o menadione, idrosolubile, e la Vitamina K1 di sintesi, Konakion. Quest’ultima è liposolubile ma “idrosolubilizzata”: può essere somministrata, per via orale o endovenosa, anche ai pazienti affetti da malassorbimento per i grassi.

La malattia emorragica del neonato

Come anticipato la carenza di vitamina K nel neonato può causare la MEN, malattia emorragica del neonato, più recentemente riclassificata in VKBD (vitamin K deficiency bleeding), emorragia da deficit di vitamina K.

Questa sindrome può essere classificata in tre categorie: precoce, classica e tardiva. La forma precoce si verifica entro 24 ore dal parto, nei neonati le cui madri siano state trattate con farmaci che inibiscono l’attività della vitamina K: antiepilettici (es. fenobarbital, carbamazepina, fenitoina), antitubercolari (isoniazide, rifampicina), antagonisti della vitamina K (warfarin).

Questa forma può essere prevenuta per mezzo di supplementazione alla madre prima del parto, mentre non è efficace la profilassi sul neonato. La forma classica si manifesta tra il primo e il settimo giorno di vita -con un’incidenza di 2,5-17/1000 nati- nei bambini non sottoposti a profilassi con vitamina K1. Questa forma esordisce con emorragie, di gravità variabile, a livello dell’apparato gastroenterico e della cute con sanguinamento ombelicale, ematomi. La forma tardiva si presenta tra la seconda e la dodicesima settimana di vita (con un’incidenza di 5-7 per 100.000 nati nei bambini non sottoposti a profilassi e allattati al seno) e nei bambini affetti da malattie che interferiscono con l’assorbimento dei nutrienti, per esempio la celiachia.

La profilassi con la vitamina K nei neonati

Per evitare la VKPD, a tutti i neonati viene somministrata, entro sei ore dalla nascita, una dose di un farmaco. Con questa integrazione è possibile prevenire la forma classica ma non eliminare del tutto il rischio di comparsa della forma emorragia tardiva. Per questo viene consigliata, soprattutto in caso di allattamento materno esclusivo, la somministrazione di vitamina K per via orale durante i primi tre mesi di vita.

Fonti:
– Società Italiana di Pediatria: https://www.sip.it/
– Linee guida di ostetricia e ginecologia della GFMER (Geneva Foundation for Medical Education and Research) https://www.gfmer.ch/Guidelines/Guidelines_main_topics.htm
– Istituto Superiore di Sanità: http://www.iss.it/

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