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Pubblicato il 9 Gennaio 2019 | Ultima modifica il 8 Ottobre 2020

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Sintomi e cause dei trigliceridi alti: ecco come combatterli

I trigliceridi sono i grassi più comuni negli alimenti e nell’organismo umano, sono molecole costituite da glicerolo e dagli acidi grassi che possono essere classificati in saturi, monoinsaturi e insaturi.

La composizione in acidi grassi della dieta è molto importante per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sia in senso qualitativo che quantitativo. È bene quindi essere consapevoli di quali e quanti grassi contengono gli alimenti

Quando il livello totale dei grassi nel sangue è troppo elevato si corre il rischio che si presentino problemi cardiovascolari.

Riguardo i trigliceridi, i sintomi legati alla loro elevata presenza nel sangue purtroppo non sono evidenti ed è possibile non essere consapevoli di avere questo problema fino a che non ci si sottopone a un esame che ne rilevi la loro alta concentrazione nel sangue.

Fortunatamente però è possibile combattere le cause che portano ad avere i trigliceridi alti; l’approccio migliore e più efficace è migliorare il proprio stile di vita. Infatti, anche se avere questo valore fuori norma può essere associato alla presenza di vere e proprie patologie è sempre indispensabile avere un occhio di riguardo per le proprie abitudini a tavola e per la propria attività fisica, anche quando è necessario assumere dei farmaci per tenere sotto controllo i valori del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi).

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Le cause dei trigliceridi alti

 Le cause associate ai trigliceridi alti possono essere diverse: 

  • patologie associate come problemi alla tiroide, sindrome metabolica, diabete, patologie epatiche o renali.
  • Forte sovrappeso o obesità.
  • Stile di vita poco salubre caratterizzato da: sedentarietà, consumo di cibi ricchi di grassi e zuccheri e vizi contraddistinti dall’utilizzo di sostanze come alcol e tabacco.
  • Alimentazione sregolata.
  • Genetica; è il caso di chi soffre di ipertrigliceridemia familiare. Però anche in questa patologia ereditaria entrano in gioco fattori esterni; infatti la gravità della situazione può dipendere dall’alimentazione.

Trigliceridi alti: quando preoccuparsi?

Poiché i trigliceridi alti non sono caratterizzati da sintomi specifici è bene tenerli sotto controllo prima che compaiano sintomi dovuti a problemi associati alla loro alta concentrazione. Il rischio, infatti, è di trovarsi con problemi di salute seri come coronaropatie, ictus e forme acute di pancreatite.

Il primo campanello d’allarme è il raggiungimento e il superamento del valore soglia della presenza di trigliceridi nel sangue: 150 mg/dl.

  • I valori sotto i 150 mg/dl sono considerati normali.
  • Quelli compresi tra 150 e 200 mg/dl sono considerati al limite, borderline.
  • Tra i 200 e i 499 mg/dl si parla di trigliceridi alti.
  • Oltre 500 mg/dl i trigliceridi sono considerati altissimi.

Il superamento della soglia dei 150 mg/dl di trigliceridi nel sangue inizia a mettere in pericolo la salute del cuore. Questo valore diventa ancor più preoccupante in presenza di altri fattori di rischio cardiovascolare, in particolare concentrazioni di colesterolo “cattivo” (LDL) troppo elevate e dosi troppo basse di colesterolo “buono” (HDL).

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Trigliceridi alti: come combatterli

Chiunque soffra di trigliceridi alti deve prima di tutto agire sul proprio stile di vita.

Fra gli obiettivi principali c’è quello di mantenere o cercare di riportare il più possibile il peso corporeo in condizione di normopeso.

Inoltre è importante adottare alcuni accorgimenti a tavola

  • Ridurre l’assunzione di grassi saturi ed eliminare gli acidi grassi trans, riducendo al minimo o eliminando il consumo di carni grasse, salumi, formaggi ad alto contenuto di grassi e alimenti trasformati.
  • Tenere sotto controllo anche la qualità e quantità dei carboidrati che può essere responsabile o corresponsabile dell’aumento dei trigliceridi, prediligendo carboidrati a lento assorbimento come amidi possibilmente integrali.
  • Integrare acidi grassi polinsaturi omega-3 consumando prodotti ittici 2-3 a settimana.
  • Comprendere nella dieta noci e frutta secca in guscio che sono fonti dei precursori degli omega-3.
  • Limitare il consumo di alcolici,
  • Ridurre il quantitativo di zuccheri.

Abbassare i trigliceridi: non solo alimentazione

L’impegno non deve riguardare solo l’alimentazione: per abbassare i trigliceridi alti è importante anche garantire un’attività fisica regolare e non fumare. È infatti sempre più dimostrata la capacità di esercizio fisico di intensità moderata e costante nel tempo di modulare diversi parametri di rischio come i trigliceridi nel sangue, la glicemia e la pressione arteriosa .

È anche possibile seguire una dieta low fat ossia a basso contenuto di grassi. Questo tipo di diete terapeutiche sono caratterizzate dalla restrizione dell’assunzione di grassi, devono essere prescritte e seguite dal medico dietologo nutrizionista e hanno lo scopo di modulare il profilo lipidico (abbassamento di colesterolo e trigliceridi ematici).

In alcuni casi potrebbe essere indicata l’assunzione di fibrati, omega 3, acido nicotinico, berberina o riso rosso fermentato, sostanze che aiutano a ridurre il colesterolo e i trigliceridi nel sangue, fino ad arrivare alle statine, i farmaci più utilizzati per il trattamento delle iperlipidemie. Sarà il medico dopo analisi e diagnosi a stabilire se è il caso di assumere farmaci che richiedono una prescrizione o se il problema può essere affrontato grazie a integratori alimentari. È sempre importante il parere del medico che guidi in un percorso terapeutico.

Fonti

Linee Guida per una sana alimentazione. https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/linee-guida-per-una-sana-alimentazione-2018
Safety and Efficacy of Red Yeast Rice (Monascus purpureus) as an Alternative Therapy for Hyperlipidemia https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4045580/
A Meta-Analysis of Red Yeast Rice: An Effective and Relatively Safe Alternative Approach for Dyslipidemia https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2697909/

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