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Pubblicato il 17 Novembre 2022

Benessere Psicofisico

A cosa è dovuta la mancanza di concentrazione?

La mancanza di concentrazione è un sintomo poco specifico, che può essere ricollegato a diverse condizioni.

Talvolta viene messa in relazione a malattie degne di approfondimento, ma nella maggior parte dei casi si tratta della conseguenza di stati di profonda stanchezza e di stress protratto nel tempo. Avere ritmi di lavoro frenetici, che sottraggono tempo alla vita privata e costringono ad un equilibrismo continuo fra vita privata e professione, può essere logorante. 

Com’è noto, lo stress non è un fattore di per sé negativo: il suo impatto sul nostro benessere e la nostra salute dipende dalla nostra risposta ad esso. Gli eventi che ci preoccupano provocano in noi una serie di reazioni, che potremmo definire di allarme, che hanno lo scopo di prepararci a reagire di fronte al pericolo. È un meccanismo molto antico di difesa, che in tempi lontani ha avuto un ruolo di peso nella sopravvivenza del genere umano.

Lo stress attiva la secrezione di sostanze come il cortisolo e l’adrenalina, che aumentano la frequenza cardiaca e respiratoria, acuiscono la concentrazione e promuovono la contrattilità della muscolatura scheletrica. Tali molecole devono però rimanere in circolo, a questi livelli, per intervalli di tempo molto limitati. 

Quando lo stress è protratto e non viene gestito correttamente, le elevate e permanenti concentrazioni di cortisolo portano ad una situazione di stanchezza generale ed esaurimento. I sintomi principali sono l’astenia e la fatica mentale, che comporta difficoltà di concentrazione

Come essere più lucidi mentalmente? 

La soluzione più immediata è quella di rimuovere la causa che ha generato lo stress, in modo da ripristinare il vigore fisico e la prontezza mentale e risolvere così i problemi di concentrazione. Ma questo obiettivo può essere raggiunto in una percentuale limitata di casi: del resto è piuttosto utopistico pensare di eliminare lo stress dalla propria vita.

È possibile invece cercare di gestirlo nella maniera più opportuna. Non esiste una regola valida per tutti, ma sono stati individuati rimedi che possono avere vantaggi trasversali.

Consigli sullo stile di vita e le buone abitudini

La prima raccomandazione degli esperti riguarda un aspetto talmente ovvio da essere spesso trascurato, il sonno. La qualità del riposo notturno è fondamentale per mantenere l’equilibrio psicofisico e limitare l’agitazione.

Per questo è importante rispettare gli orari a cui ci si corica, evitare di mangiare pesante la sera, mantenere una temperatura tiepida e un ambiente arieggiato nella camera da letto. Se si hanno difficoltà a prendere sonno, una tisana rilassante, da sorseggiare lentamente dopo cena, può essere un toccasana. Spegnere cellulare, tablet e computer almeno un paio d’ore prima di coricarsi è un toccasana. 

Anche limitare il caffè preso durante la giornata è un alleato per un buon sonno. Istintivamente si è portati a pensare che la caffeina aiuti a rimanere concentrati. Tuttavia, quando i livelli di stress sono alti, questa sostanza può peggiorare l’esaurimento psicofisico.

Può essere utile praticare movimento, specialmente attività come lo yoga, il pilates e il tai chi che promuovono il relax.

Trucchi per ricordare più facilmente le cose

Quando la stanchezza è profonda e prolungata nel tempo, la confusione mentale può annebbiare i pensieri e rendere impossibile la concentrazione. Il risultato è che si dimenticano più facilmente scadenze e appuntamenti, un aspetto che aumenta nervosismo e irritabilità e peggiora una situazione già critica.

Meglio evitare di fissare troppe informazioni nella memoria, perché si correrebbe il rischio di non ricordarne neppure una. E provare, piuttosto, a sfoltire il numero dei dati da immagazzinare, scegliendo solo i più importanti.

Può essere d’aiuto scrivere le date da ricordare in agenda o su un taccuino di facile e rapida consultazione. O scaricare app specifiche che inviano notifiche come remind. Questa soluzione è particolarmente vantaggiosa, ad esempio, per le persone che seguono una terapia farmacologica per la quale il salto di una dose può comportare un rischio serio per la salute o per coloro che devono destreggiarsi tra molti impegni in diversi angoli della città. 

Integratori per la memoria, come agiscono?

Un’ulteriore soluzione è rappresentata dall’assunzione di un prodotto formulato per andare incontro a questi problemi. 

Gli integratori alimentari specifici per il supporto alle normali funzioni mnemoniche contengono in genere estratti vegetali ad azione adattogena, come quello di rhodiola e di eleuterococco. Gli adattogeni rappresentano una categoria di piante che aiutano l’organismo a reagire in maniera fisiologica allo stress. Sono pertanto indicati negli stati di esaurimento legati a cambiamenti drastici e in tutte le situazioni in cui è necessario mettere in atto azioni di tipo adattativo. 

La presenza di minerali come il magnesio, inoltre, aiuta il normale funzionamento del sistema nervoso e le funzioni cognitive. 

Ai fini della protezione della memoria è anche importante assumere antiossidanti, sostanze che neutralizzano i radicali liberi, responsabili dell’accelerazione dell’invecchiamento delle cellule nervose. Zinco, selenio e alcune vitamine, come la C e la E rientrano nella formulazione dei prodotti che supportano la memoria e le funzioni cognitive perché hanno azione radical scavenger.

Integratori per la memoria formulati rispettando tutte queste caratteristiche migliorano concentrazione e prontezza, alleviando lo stress. Possono essere assunti in situazioni in cui è richiesto un supporto alle funzioni mnemoniche e alla capacità di concentrazione e attenzione.

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