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Pubblicato il 23 Marzo 2020

Benessere Psicofisico

Fare una cosa alla volta ti fa vivere meglio, ciao ciao Multitasking!

Se ci venisse detto che vivere una vita multitasking non solo è stressante ma addirittura dannoso oltre che per la mente anche per il corpo e per le relazioni, continueremmo a perseverare in questa direzione?

Forse sì, ma chissà che un’attenta analisi finalizzata a comprendere con maggior chiarezza di cosa si tratta possa invece venirci in aiuto facendoci scegliere di recuperare energia e benessere senza attendere un minuto in più.

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Ma cos’è il multitasking?

Sempre più spesso il termine multitasking viene utilizzato come sinonimo del fare più cose in contemporanea prendendo in prestito una definizione dal mondo dell’informatica che nasce dalla capacità dei computer di eseguire simultaneamente – o quasi – più programmi, ovvero più compiti (detti “task”).

Ed è abbastanza vero che molti di noi tendono a fare più cose simultaneamente. Per esempio quando parliamo al telefono mentre inviamo un’e-mail o quando mangiamo mentre guardiamo la televisione o il tablet e nel frattempo controlliamo i messaggi sul cellulare e i post degli amici sui social, e anche quando guidiamo, se siamo esperti in questa attività. Per non parlare poi delle capacità delle mamme, le abilissime giocoliere che mentre stirano i panni aiutano i figli a fare i compiti avendo l’accortezza che l’arrosto in pentola non bruci.

Ma siamo davvero sicuri che anche l’essere umano sia realmente in grado di fare più cose nello stesso istante?

La leggenda del multitasking

Viste le premesse si direbbe che viviamo tutti una vita multitasking, o almeno così crediamo. Perché secondo diversi studi gli esseri umani non sono realmente in grado di fare più cose contemporaneamente salvo si tratti di attività automatiche agite inconsciamente. E ciò che chiamiamo multitasking – e che per comodità continueremo a chiamare così – è in realtà la capacità di passare molto velocemente da un compito all’altro (task switching) a discapito dell’efficienza e spesso della qualità ma soprattutto della salute.

Perché il task switching, ovvero il passare da un compito all’altro, se frequente ha dei costi in particolare in termini di accuratezza, in quanto le interruzioni necessarie per passare da un ambito a un altro producono perdita di concentrazione e di efficienza e soprattutto aumentano le possibilità di commettere errori. E tutto ciò produce un notevole carico di stress.

Un super potere ricco di insidie

Con l’avvento di smartphone e tablet, l’idea che il multitasking rappresenti il picco massimo della produttività si è diffusa al punto da diventare un requisito quasi imprescindibile, soprattutto in ambito lavorativo. Ma anche nelle aziende, dopo il boom che ha premiato i più agguerriti multitasker, si incomincia a prendere coscienza delle inefficienze causate da un eccessivo task switching e a promuovere quindi un’inversione di tendenza, che non significa tuttavia portare avanti un solo progetto alla volta, ma casomai organizzarsi in modo diverso.

Ciò nonostante, quando l’agire in multitasking viene associato alla capacità più femminile che maschile di gestire le tante incombenze quotidiane, continuiamo a considerare questa caratteristica un super potere, senza renderci pienamente conto di quanto vivere con questa modalità sia invece ricco di insidie.

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Come riconoscere che il carico delle incombenze è diventato eccessivo

Il sovraccarico da attività è soggettivo, perciò ci sono persone con una soglia molto più elevata di altre nel reggere lo stress ma, qualsiasi essa sia, se ci dimentichiamo più spesso del solito delle cose o se andiamo in ansia all’idea di dimenticarci di fare qualcosa, abbiamo un primo segnale.

Ci sono inoltre tanti altri possibili segnali, per esempio:

  • non riuscire a pensare in maniera chiara
  • distrarsi facilmente
  • provare un forte senso di pressione, irrequietezza o nervosismo
  • sentirsi sul punto di esplodere o impotenti a cambiare le cose
  • perdere il senso dell’ironia

E anche piccoli incidenti domestici, errori sul lavoro ecc. o sintomi fisici, per esempio:

  • insonnia
  • mal di testa
  • dermatiti
  • mal di stomaco
  • tensione muscolare

Allora: ciao ciao Multitasking!

Se ci siamo convinti che fare troppe cose insieme non solo è inefficiente e a discapito della qualità (perciò molto dispersivo in termini di energia), ma anche dannoso per il cervello, per la salute e per la qualità delle relazioni, come possiamo liberarci di un’eccessiva tendenza al multitasking?

Un primo passo su tutti: scegliere le priorità sulle quali concentrarci e ricordarci che essere capaci di fare tutto non significa dover fare tutto, tanto meno tutto insieme.

Perciò: ciao ciao Multitasking!

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