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Pubblicato il 16 Settembre 2020 | Ultima modifica il 9 Ottobre 2020

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Mal di testa dopo lavoro? Le possibili cause e i rimedi dell’emicrania

Emicrania e lavoro: un’accoppiata tutt’altro che vincente. L’insorgenza di episodi di mal di testa, durante o dopo l’orario di lavoro, è un disturbo diffuso, responsabile di disagio e di un peggioramento della qualità della vita.

Le cause del cosiddetto “mal di testa da ufficio” sono varie: dalla postura, all’illuminazione dell’ambiente, fino a stress e alimentazione. Vediamole in dettaglio.

Mal di testa dopo il lavoro: le cause

  • Postura scorretta

Chi trascorre molte ore alla scrivania davanti al computer, oppure seduto in auto, è soggetto a tensioni muscolari nella parte superiore della schiena e del collo, che a loro volta possono favorire la comparsa del mal di testa dopo il lavoro. La prolungata contrattura muscolare innesca una cefalea di tipo muscolo tensivo. In questi casi in genere il dolore inizia nella zona della nuca, in corrispondenza della colonna cervicale, per poi estendersi a viso e fronte.

  • Stress e ansia

Uno stato di stress persistente è tra le cause del mal di testa, in generale e dopo il lavoro. Contrasti e problematiche in ufficio, avvenimenti sfavorevoli, tensione al risultato, possono determinare uno stato d’ansia che si traduce in una contrazione muscolare continua e involontaria delle fasce muscolari del collo e del capo, dando origine a un attacco di cefalea.

  • Pausa pranzo frettolosa

Tanto lo stomaco vuoto che un pasto eccessivo, che obbliga a una lenta digestione, sono amici del mal di testa. Durante il lavoro può capitare di fare pause pranzo brevi, che obbligano a mangiare velocemente, e che la scelta dei cibi sia guidata dalla comodità più che dalle caratteristiche nutrizionali degli alimenti, oppure addirittura di saltare il pasto. Tutto questo, e in particolare il digiuno prolungato con il calo di zuccheri che ne consegue, può causare l’insorgenza del mal di testa.

Alcuni cibi, inoltre, sono ritenuti responsabili dell’insorgenza di attacchi emicranici. Tra questi, alcolici, insaccati, formaggi fermentati e stagionati, cioccolato, bibite dietetiche -per il contenuto di aspartame- e pesce affumicato contengono delle sostanze chimiche che possono provocare il mal di testa.

Il caffè al contrario, che ha un effetto vaso-costrittore e stimola il sistema nervoso, è di aiuto in caso di mal di testa lievi.

Emicrania in ufficio: l’importanza di aria e luce

  • Scarsa idratazione

Assumere una quantità insufficiente di liquidi può portare l’organismo a trovarsi in uno stato di progressiva disidratazione, soprattutto se il clima è caldo e la sudorazione intensa. La perdita di liquidi e sali minerali può innescare un attacco di mal di testa, che può essere accompagnato da nausea e affaticamento.

  • Profumi od odori di detergenti

In persone particolarmente sensibili, i profumi e i deodoranti ambientali, così come i detergenti per la pulizia, possono scatenare la cefalea. Questi prodotti, infatti, contengono sostanze chimiche che attivano le cellule nervose del naso che, a loro volta, stimolano l’area del cervello connessa con il mal di testa.

  • Cattiva illuminazione degli ambienti

Spesso gli ambienti di lavoro sono illuminati con luci al neon, dall’alto, che possono creare abbagliamento. Questo in alcuni individui può causare un attacco di mal di testa durante o dopo il lavoro. Per prevenirne l’insorgenza, meglio tenere il computer lontano da fonti di luce che possono generare riflessi e riverberi sullo schermo e utilizzare lampade da tavolo, se possibile, in luogo dell’illuminazione generale. La soluzione ideale è posizionare il computer in modo che la luce naturale provenga da un lato della postazione. Può essere utile, altrimenti, indossare anche in ambienti chiusi, occhiali con lenti polarizzate in grado di attenuare riflessi ed effetto abbagliante.

  • Aria viziata

Uno scarso ricambio d’aria fa sì che nell’ambiente si accumulino livelli elevati di anidride carbonica, specie se la stanza è abitata da più persone. Questo può causare il mal di testa durante il lavoro, accompagnato da stanchezza e vertigini, e influire sul rendimento lavorativo.

Per ovviare a questo inconveniente è opportuno arieggiare i locali più volte al giorno, per alcuni minuti, in modo da favorire il ricambio d’aria. Meno efficace, a tal fine, tenere le finestre socchiuse: durante l’inverno questo può facilitare la dispersione di calore ma non risolvere il problema del ricambio d’aria in modo efficiente.

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Il mal di testa da week-end

Il mal di testa dopo il lavoro può manifestarsi anche nei giorni di riposo. Durante il fine settimana, infatti, quando si allenta la tensione accumulata durante i giorni lavorativi, il crollo degli ormoni dello stress provoca il rilascio immediato di neurotrasmettitori che inducono la contrazione e successivamente la dilatazione dei vasi sanguigni, causando il mal di testa.

Ma l’aspetto più importante in questo processo è dato dal cambiamento della routine quotidiana, dei ritmi del sonno, dell’alimentazione, magari perché ci si è concessi una cena più abbondante del solito o l’assunzione di alcolici.

Non è da trascurare, infine, il diverso consumo di caffè, e quindi di caffeina, rispetto ai giorni lavorativi: se si è abituati ad assumere grandi quantità di caffè durante la giornata, è possibile che nel fine settimana il venir meno di questa abitudine causi una sorta di crisi di astinenza da caffeina, per cui l’organismo reagisce con un attacco di cefalea.

Altre cause dell’emicrania

Al di là del mal di testa associato al lavoro, esistono altre cause responsabili degli attacchi di cefalea.

I fattori ambientali, come vento, umidità e i repentini sbalzi di temperatura, possono scatenare un attacco di mal di testa. Lo stesso vale per l’inquinamento atmosferico e acustico, e per l’improvviso passaggio a un’alta quota durante le escursioni in montagna.

Molto rilevanti anche le fluttuazioni ormonali, che fanno sì che il mal di testa colpisca le donne in misura maggiore rispetto agli uomini; periodi come il ciclo mestruale e la pre-menopausa vedono un aumento della frequenza degli attacchi.

Tra i possibili fattori associati all’insorgenza della cefalea anche le carenze vitaminiche. L’insufficiente apporto di vitamine, in particolare di vitamine del gruppo B e di vitamina D, oltre che di sali minerali come il magnesio, può favorire la comparsa di attacchi di cefalea. La dieta riveste quindi un ruolo importante anche in questo aspetto del benessere, e dovrebbe essere ricca di frutta e verdura fresche, da consumare con regolarità.

Mal di testa e lavoro, come rimediare

Un attacco di mal di testa può essere contrastato assumendo un farmaco specifico, come un antinfiammatorio, sempre dietro consiglio del medico o del farmacista. Ma l’uso prolungato, e frequente, di questi farmaci può cronicizzare la cefalea e diventare causa del disturbo stesso. Meglio allora agire anche adottando uno stile di vita che prevenga il mal di testa.

A questo scopo è importante:

  • migliorare la propria postura, specie quando si è seduti in ufficio o in auto, evitando di curvare la colonna vertebrale;
  • durante il lavoro al computer far riposare la vista periodicamente, guardando fuori dalla finestra e mettendo a fuoco oggetti lontani;
  • cercare di dormire regolarmente;
  • un’attività fisica moderata, o anche una semplice passeggiata quotidiana, è utile per rilassarsi così come la pratica di discipline come lo yoga o di altre attività mirate al rilassamento muscolare;
  • seguire un’alimentazione bilanciata. Non trascurare il consumo di frutta e verdura, e di bere abbondante acqua, non eccedere in cibi elaborati, evitare gli alcolici e il fumo di sigaretta.

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