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Pubblicato il 25 Settembre 2020 | Ultima modifica il 9 Ottobre 2020

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Tiroide e problemi respiratori: come sono collegati?

La tiroide è una ghiandola endocrina, dalla forma che ricorda una lettera H o una farfalla. Situata alla base del collo, la tiroide prende contatti stretti con gli organi e i grossi vasi del collo, a carico dei quali può innescare disturbi secondari quando affetta da patologie. Tiroide e problemi respiratori possono avere importanti correlazioni. Una di queste è generata dalla presenza di noduli tiroidei, che provocano un aumento di volume della ghiandola, comprimendo le vie aeree contigue. La trachea può così essere schiacciata o addirittura dislocata dal rigonfiamento.

L’azione compressiva esercitata sulla trachea e associata all’aumento di dimensioni della ghiandola giustificano il legame fra tiroide e problemi respiratori. Questi sintomi compaiono principalmente da sdraiati e sono per questa ragione alla base dei fenomeni di disturbo del sonno. La dilatazione della tiroide può innescare o peggiorare le apnee ostruttive del sonno (OSAS), non solo agendo per compressione direttamente sulle vie respiratorie, ma anche riducendo il calibro delle vene del collo e dunque determinando una congestione della faringe

Quando il rigonfiamento è molto significativo può provocare anche disturbi agli organi del sistema digestivo (comprimendo l’esofago e rendendo quindi più complessa la deglutizione del cibo) e a quelli della fonazione (causando la disfonia).

Problemi respiratori causati dalla tiroide: i sintomi del gozzo

Il gozzo è l’aumento di volume della tiroide, una condizione che interessa circa un miliardo di individui nel mondo (6 milioni di persone in Italia).

La causa principale del gozzo è rappresentata dalla carenza di iodio nella dieta, un fattore oggi quasi scomparso nei Paesi sviluppati anche grazie alla diffusione della iodio-profilassi, attuata mediante l’uso di sale fortificato con questo elemento, di cui la ghiandola ha necessità per effettuare la sintesi degli ormoni tiroidei.

Altre cause del gozzo sono legate all’utilizzo di farmaci, come il litio (impiegato nel trattamento di alcuni disturbi psichiatrici), o a malattie della tiroide, come il Morbo di Basedow e la tiroidite di Hashimoto.

Mentre generalmente questa condizione è asintomatica, nei casi più gravi i sintomi da occupazione di spazio e da compressione possono essere evidenti. Il volume della tiroide può essere tale da interferire con la trachea (effetto massa), causando problemi respiratori (dispnea), più intensi se il gozzo è di tipo nodulare, ossia causato dalla presenza di uno o più noduli nel tessuto della ghiandola. Nelle persone con gozzo nodulare, il rigonfiamento può essere visibile dall’esterno.

Altri sintomi del gozzo

Altri sintomi sono la tosse stizzosa, il senso di soffocamento, lo stridore prodotto in fase di inspirazione (quella nella quale l’aria entra nelle vie respiratorie), sensazione di costrizione cervicale, dilatazione delle vene del collo, disfagia (difficoltà a deglutire), disfonia (alterazioni della voce), singhiozzo e miosi (diminuzione del diametro della pupilla).

Il gozzo viene riscontrato attraverso palpazione o accidentalmente nel corso di altri esami (incidentaloma tiroideo). L’ecografia conferma la diagnosi, che evidenzia l’ingrossamento dei lobi tiroidei, ed esame del sangue, con la determinazione dei livelli del TSH (tireotropina), l’ormone prodotto dall’ipofisi che stimola la secrezione ormonale tiroidea.

Quando le caratteristiche del nodulo appaiono sospette, viene effettuato un agoaspirato ecoguidato (FNAB, dall’inglese Fine Needle Ago Biopsy). Si tratta di un esame condotto inserendo un ago sottile attraverso un adattatore della sonda ecografica, che permette di seguirne il percorso attraverso i tessuti, il prelievo di materiale proveniente da noduli di dimensioni anche molto esigue. La porzione di tessuto prelevato viene successivamente sottoposta ad esame citologico, al fine di stabilirne la natura.

L’agoaspirato è un esame minimamente invasivo, che viene eseguito in ambulatorio in anestesia locale, dura pochi minuti, non richiede preparazione specifica e comporta rischi (ipotensione, svenimento, emorragia) con frequenza molto limitata.

Questa procedura ha consentito di ridurre negli ultimi anni il numero degli interventi di chirurgia tiroidea, limitandoli ai casi nei quali sono effettivamente indicati; per esempio nei tumori della tiroide e nei gozzi voluminosi che determinano problemi respiratori.

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Tiroide: i sintomi dell’ipotiroidismo grave

La tiroide è una ghiandola che produce ormoni in grado di influenzare complessivamente l’attività di numerosi apparati e sistemi del corpo.

Essa può essere ipersollecitata e produrre ormoni tiroidei in quantità eccessive rispetto alle necessità dell’organismo (ipertiroidismo); i principali sintomi sono irritabilità, tachicardia, dispnea, dimagrimento, astenia, intolleranza al caldo, aumento dell’appetito, esoftalmo (sporgenza del globo oculare), fragilità di capelli e unghie.

Oppure essere inibita e sintetizzare meno ormoni di quanti ne servirebbero. Quest’ultimo caso configura la condizione dell’ipotiroidismo. I pazienti con grave ipotiroidismo possono andare incontro a diversi sintomi importanti, fra cui problemi respiratori seri.

L’ipotiroidismo è alla base di numerose manifestazioni respiratorie: dalla dispnea lieve fino all’insufficienza respiratoria. Una delle cause è rappresentata dalla disfunzione dei muscoli respiratori che si realizza nelle persone con ipotiroidismo, fenomeno che riduce la ventilazione.

La terapia sostitutiva degli ormoni mancanti porta ad un miglioramento rapido della sintomatologia.

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