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Pubblicato il 23 Novembre 2019 | Ultima modifica il 15 Settembre 2020

Colesterolo

Cibo piccante e salute: come può agire sul controllo del colesterolo

Consumare cibo piccante può contribuire a tenere sotto controllo il colesterolo. Il cibo piccante è in genere ricco di peperoncino. Al di là del gusto, non da tutti apprezzato, il peperoncino possiede importanti proprietà, tra le quali anche quella di intervenire sul controllo del colesterolo.

Il peperoncino appartiene alla famiglia delle solanacee, è originario dell’America Centrale e fu portato in Europa da Cristoforo Colombo. In Italia è coltivato nelle regioni più calde come Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata.

Cibo piccante e colesterolo: perché è importante tenerlo basso

Il cibo piccante è da più fonti scientifiche messo in relazione al controllo dei livelli di colesterolo nel sangue. Livelli elevati di colesterolo sono associati a un aumento del rischio cardiovascolare, in particolare d’infarto. Una relazione causa-effetto ormai provata dalla ricerca scientifica, oggi concentrata sui livelli di colesterolo LDL piuttosto che sui livelli di colesterolo totale.

Esistono, infatti, due categorie di colesterolo: il colesterolo “cattivo”, che è trasportato dalle lipoproteine LDL (Low Density Lipoprotein) dal fegato alle arterie dove è rilasciato; e il colesterolo HDL (High Density Lipoprotein), trasportato dalle lipoproteine ad alta densità e conosciuto come colesterolo “buono” perché favorisce la rimozione del colesterolo dal sangue e il suo metabolismo.

Quando è presente in quantità eccessiva, il colesterolo LDL tende a depositarsi sulle pareti delle arterie e diventa uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie cardiache. Ne deriva un processo di aterosclerosi, con il progressivo irrigidimento delle arterie e la formazione di placche che possono bloccare il flusso sanguigno. Il colesterolo è in parte prodotto dall’organismo e in parte introdotto con l’alimentazione. Una dieta ricca di grassi animali potrebbe comportare un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e, di conseguenza, del rischio cardiovascolare. La dieta ideale dovrebbe quindi contenere cerali, meglio se integrali, legumi, pesce, pochi zuccheri e pochi grassi di origine animale (carni rosse ed elaborate, salumi, formaggi, cibi processati a livello industriale come cibi pronti, snack…).

Proprio perché il colesterolo è sia prodotto per via endogena (nel fegato) sia assorbito dall’alimentazione (attraverso la mucosa intestinale) assumere integratori a base di sostanze che proteggano la funzionalità di questi organi può contribuire a mantenere livelli di colesterolemia nella norma.

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Benefici del cibo piccante

Tra gli alimenti che sono associati a un ruolo nella determinazione dei livelli di colesterolo, anche il peperoncino. Inserirlo nella propria alimentazione, insieme ad altri cibi piccanti che ne derivano (tabasco, curry, chutney, chili) può contribuire al controllo del colesterolo.

Il peperoncino, grazie al suo contenuto di capsaicina, esercita alcuni effetti:

  • Stimola l’attivazione del recettore TRPV1 (che provoca il tipico effetto di vampata di calore che si ha quando si mangia il peperoncino), questo contribuisce a ridurre anche l’ipertensione e quindi il rischio cardiovascolare;
  • stimola la secrezione di acidi biliari che eliminano il colesterolo dal sangue;
  • migliora la circolazione sanguigna;
  • riduce l’assorbimento del colesterolo nel sangue;
  • rinforza i vasi sanguigni;
  • facilita la digestione perché stimola la secrezione di acido cloridrico. Tuttavia, è controindicato in pazienti che soffrono di ulcera e reflusso gastroesofageo.

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Le proprietà benefiche dei cibi piccanti sono state messe in evidenza da uno studio pubblicato nel 2017 sul British Journal of Nutrition.

Lo studio ha esaminato i dati di oltre 6.700 individui di età compresa tra 18 e 65 anni estratti dal database China Health and Nutrition Survey del 2009, con l’obiettivo di valutare associazione tra frequenza e intensità di consumo di cibo piccante (espresse secondo una valutazione individuale) e livelli lipidici: colesterolo totale, HDL e LDL.

I risultati hanno dimostrato che un elevato consumo di cibo piccante (più di cinque volte alla settimana) è associato a inferiori livelli di colesterolo LDL e al rapporto LDL/HDL, valore che fornisce una stima approssimativa del rischio cardiovascolare del paziente.

Fonti

Humanitas salute

Association between spicy food consumption and lipid profiles in adults: a nationwide population-based study

https://www.cambridge.org/core/journals/british-journal-of-nutrition/article/association-between-spicy-food-consumption-and-lipid-profiles-in-adults-a-nationwide-populationbased-study/5662CC442BFC8558C807A125174C04A4

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