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Pubblicato il 1 Dicembre 2020 | Ultima modifica il 9 Dicembre 2020

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Come capire se si digrignano i denti di notte: 6 segnali

Il bruxismo è il movimento involontario in cui i denti vengono serrati e digrignati, sfregando le due arcate fra loro e stringendo mascelle e mandibola l’una rispetto all’altra, durante il sonno. Molte persone digrignano i denti di notte: il bruxismo è un disturbo piuttosto frequente nella popolazione. L’abitudine di stringere i denti è causata dalla contrazione involontaria dei muscoli della masticazione.

Nella maggior parte dei casi il fenomeno si presenta di notte, ma, specialmente quando correlato a un forte stato di stress, di preoccupazione o ansia, può comparire anche durante il giorno.

Malgrado appaia come una condizione benigna, il bruxismo può comportare conseguenze di un certo peso. L’attrito prodotto fra i denti, nel lungo periodo, li usura causando deterioramento senza tenere conto del fatto che la contrazione permanente dei muscoli masticatori può produrre dolore alla mascella e cefalee.

Dr.brux

Digrigno davvero i denti la notte? ecco i segnali

Come capire se digrigno i denti di notte? Ecco sei segnali che potrebbero spingervi a un approfondimento.

  • Le segnalazioni del partner

Se chi dorme con voi vi avverte che, occasionalmente, durante la notte sente rumore di denti sfregati, potrebbe trattarsi di un episodio sporadico di bruxismo.

Ma se vi ripetesse la stessa frase con regolarità, dovreste considerare la possibilità che ne soffriate cronicamente.

In questo caso, sarebbe opportuno prenotare un consulto con l’odontoiatra, che sarà in grado di confermare o smentire la diagnosi.

  • Avete problemi di sensibilità dentale

Digrignare i denti può causare lesioni da usura: può addirittura arrivare a scheggiarli.

Il dente è rivestito di smalto, una sostanza dura e resistente, sia dal punto di vista chimico (entro certi limiti possiamo mangiare cibi acidi senza che la dentatura si danneggi) che fisico (la masticazione produce sollecitazioni che non ne scalfiscono la struttura).

L’attrito continuo erode lo smalto ed espone la dentina, che è molto meno resistente, favorendo la stimolazione delle fibre nervose che innervano il dente e che inviano al cervello messaggi alterati. Sono proprio queste comunicazioni anomale a generare i disturbi di sensibilità dentale.

  • Notate segni strani nei denti

Il continuo sfregamento di mascelle e mandibola serrate sottopone il dente a sollecitazioni di flessione, scoprendone il colletto, ossia la porzione compresa fra la corona e la radice (abfraction).

Il bruxismo fa sì che sui denti, strutture relativamente piccole, si riversino carichi importanti che, nei casi più gravi, possono determinarne la frattura (completa o parziale) o causare il distacco di precedenti cure odontoiatriche (otturazioni, ricostruzioni, protesi).

  • Avvertite indolenzimento alle mascelle di giorno

Stringere i denti di notte causa una contrazione continuativa dei muscoli masticatori, che a sua volta provoca dolore alle mascelle e alla mandibola, che può estendersi alle orecchie.

Talvolta può subentrare anche cefalea e, in qualche caso, si può configurare una sindrome caratteristica, il disturbo temporo-mandibolare. L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) è la giunzione tra le ossa temporali del cranio e la mandibola, che si trova vicino all’orecchio. Quando sottoposta a sollecitazioni come quelle sviluppate nel caso del bruxismo, può infiammarsi e produrre dolore e indolenzimento generale dei muscoli masticatori, oppure uno scatto sonoro quando la bocca viene spalancata.

Il disturbo temporo-mandibolare viene diagnosticato nel corso della visita dentistica sulla base dei sintomi riferiti dal paziente e della sua risposta ad alcune manovre eseguite dallo specialista. Il trattamento prevede generalmente l’utilizzo di un bite automodellante e la prescrizione di analgesici.

  • Le vostre spalle sono spesso rigide

Non è raro che le persone che digrignano i denti avvertano dolore e rigidità ai muscoli del collo, delle spalle e della schiena, soprattutto nella regione cervicale.

Può trattarsi della contrazione muscolare intensa ed estesa associata al bruxismo, oppure di un problema di occlusione dentale, che, sebbene non confermato da studi scientifici esaurienti, è un aspetto che potrebbe portare a un’alterazione della postura e quindi a una sollecitazione muscolare anomala. L’irrigidimento delle fibre muscolari genera il dolore.

A volte i muscoli delle spalle e del collo non causano dolore a riposo, ma sono dolenti alla palpazione. In alcuni casi, il bruxismo può provocare anche sintomi auricolari, in particolare dolore, ronzii o fischi, riduzione dell’udito e sensazione di avere le orecchie tappate.

  • Il vostro sonno è agitato e poco rigenerante

Quella che viene definita triade da bruxismo è formata da tre condizioni: l’abitudine di stringere i denti di notte, la presenza di apnee ostruttive notturne e una diagnosi di reflusso gastroesofageo.

Può trattarsi di sintomi correlati fra loro, che concorrono nel disturbare il sonno. Chi ne soffre avverte al risveglio la sensazione di avere dormito superficialmente senza essersi riposato.

In alcuni casi la risalita di acido proveniente dallo stomaco irrita la laringe, che si gonfia e ostruisce transitoriamente le vie respiratorie: il paziente può svegliarsi nel cuore della notte in preda ad un’apnea ostruttiva con la gola chiusa e il batticuore dovuto al forte spavento.

Se non si tratta di disturbi episodici questi sintomi devono essere indagati dal medico, che potrebbe ritenere opportuna l’esecuzione di approfondimenti diagnostici o la prescrizione di trattamenti farmacologici.

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Stringere i denti la notte: possibili cause

Stringere i denti di notte è un fenomeno causato da numerosi fattori, spesso presenti simultaneamente. 

Talvolta il bruxismo può trovare origine in perturbazioni psicologiche, ansia, stress. In altri casi, può dipendere da problemi del sonno, che concorrono a generare o potenziare il malessere psicologico.

È sempre e comunque opportuno smettere di fumare ed evitare l’abuso di alcol e caffeina, che favoriscono gli stati di agitazione.

Il disallineamento delle arcate dentarie (malocclusione) può contribuire alla contrazione continuativa dei muscoli della masticazione, un aspetto presente anche in alcune malattie neurodegenerative.

Se è un bambino a digrignare i denti, può trattarsi della sua maniera di reagire al dolore provocato da un’eruzione dentaria oppure da un’otite.

Bruxismo, come smettere di digrignare i denti

La diagnosi di bruxismo deve essere effettuata nell’ambito di una visita odontoiatrica. Il dentista valuta l’aspetto dei denti, verificando l’eventuale presenza dei segni tipici causati dallo sfregamento, e considera lo stato dell’articolazione temporo-mandibolare e dei muscoli masticatori.

Per la conferma della diagnosi il dentista può richiedere l’esecuzione di esami quali la radiografia ortopanoramica, che evidenzia eventuali alterazioni nell’allineamento delle arcate dentarie (malocclusione), e la polisonnografia, un test diagnostico che studia l’andamento del sonno.

Per evitare che l’abitudine di digrignare i denti di notte determini la comparsa di lesioni irreversibili, viene consigliato l’utilizzo di un bite, un distanziatore che previene lo sfregamento reciproco delle arcate costruito in base all’arcata dentaria del paziente. In commercio esistono però anche bite automodellanti che possono essere personalizzati, dal punto di vista morfologico, indossandoli dopo averli immersi in acqua calda.

Un’eventuale malocclusione può, invece, essere corretta con la terapia ortodontica.

Data la forte componente emotiva che caratterizza il disturbo, può essere utile ricorrere a strumenti per la gestione dello stress, che permettono di individuare i comportamenti e le abitudini da mettere in atto soprattutto la sera, per favorire il rilassamento. Fare un bagno caldo prima di andare a dormire, evitare tè e caffè il pomeriggio, spegnere il cellulare e il computer prima di cena sono raccomandazioni di buonsenso sempre valide.

La psicoterapia può supportare il trattamento del bruxismo, concorrendo a metterne in luce le cause.

Fonti:

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