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Pubblicato il 9 Ottobre 2019 | Ultima modifica il 15 Ottobre 2020

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Riabilitazione sicura dopo la frattura del femore: cosa devi sapere

Nonostante sia l’osso più lungo e forte dello scheletro, il femore è sede frequente di fratture. I soggetti più colpiti sono anziani con fragilità ossea in seguito a cadute da posizioni erette. Ma la frattura del femore può accadere anche in soggetti di altre età in seguito a incidenti o cadute particolarmente gravose. Si tratta di una frattura che fa particolarmente paura poiché coinvolge l’articolazione dell’anca: se non si interviene tempestivamente, la struttura ossea può danneggiarsi in modo irreparabile. Questo rischio può subentrare quando a essere fratturato è il collo del femore, cioè l’estremità superiore dell’osso, che è “incastonata” nell’anca.
Oltre all’osso, sono danneggiati i vasi sanguigni di tutte i tessuti che sorreggono l’articolazione: ecco perché intervenire, rapidamente, contribuisce ad apportare sangue e ossigeno all’osso, affinché la struttura ossea saldarsi correttamente.

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Frattura del femore e riabilitazione

In tutti i casi di frattura del femore è richiesto l’intervento chirurgico, le cui modalità dipendono dal tipo di lesione, seguito dalla riabilitazione. Se si tratta di una frattura è lineare (cioè non scomposta), si interviene unendo le parti ossee tramite un’osteosintesi di metallo. Il chirurgo, cioè, inserisce placche o viti con lo scopo di stabilizzare la frattura: si formerà un “callo osseo” che rinsalderà la struttura ossea danneggiata.

Se invece la frattura del femore è scomposta si deve ricorrere all’inserimento di protesi. L’intervento cui si ricorre più spesso è l’endoprotesi cementata dell’anca: questo dispositivo è costituito da uno stelo e da una sfera, che va a sostituire la testa del femore. Questo tipo di protesi garantisce una riabilitazione più rapida della frattura del femore: il paziente può rialzarsi già due o tre giorni dopo l’intervento, cosa molto importante nelle persone anziane, per le quali restare immobili a letto può causare diverse complicanze (piaghe da decubito, trombosi venosa, infezione delle vie urinarie, disturbi respiratori e circolatori)*.

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Come avviene la riabilitazione della frattura del femore?

Per prima cosa, è molto importante calmare il dolore legato alla frattura del femore e al post-operatorio. In questo modo, il paziente può essere invitato alla possibilità di una mobilizzazione precoce. Nell’immediato, si rende necessaria la somministrazione di farmaci antidolorifici specifici, che possono via via essere sostituiti da prodotti ad azione più mirata di origine naturale. Seguendo il consiglio del medico o del farmacista, è possibile ricorrere a cuscinetti caldo-freddo o cerotti e creme a base di Arnica montana e Artiglio del Diavolo, che contengono principi attivi naturali ad azione antinfiammatoria.

La riabilitazione dopo la frattura del femore consiste principalmente nell’aiutare i pazienti a recuperare la forza muscolare che avevano prima dell’infortunio, attraverso specifici esercizi insegnati dai fisioterapisti**. In questo modo si prevengono le complicanze dell’allettamento, ma anche ulteriori cadute che possono compromettere la guarigione dell’arto fratturato.

L’obiettivo è recuperare la capacità di camminare al 100%. Ciò si rivela particolarmente importante per i pazienti più anziani, la cui guarigione incompleta dalla frattura del femore può comportare la perdita di autosufficienza e di conseguenza dell’autostima. Non è raro, infatti, che le persone over 70 siano poco motivate poiché insicure nei propri movimenti e timorose di non riuscire più a camminare: questo stato mentale può sfociare in uno stato depressivo che ostacola la riabilitazione e dunque la ripresa completa.

Ecco perché è bene che la riabilitazione dopo la frattura del femore inizi il prima possibile dopo l’intervento. Meglio a casa o in ospedale? Dipende dal tipo di paziente e dalla gravità della frattura del femore. In caso di pazienti particolarmente anziani, il medico suggerirà la degenza in ospedale o in case di cure specializzate, dove poter ricevere l’assistenza necessaria che acceleri la riabilitazione. Se invece il paziente ha recuperato un minimo di mobilizzazione, i medici potrebbero suggerire il ritorno a casa, dove è indispensabile un’assistenza domiciliare di infermieri e fisioterapisti. Con un po’ di impegno e fiducia si può tornare gradualmente alla normalità, più e meglio di prima!

*https://www.msdmanuals.com/home/injuries-and-poisoning/fractures/hip-fractures?query=hip%20fracture

**https://www.msdmanuals.com/home/fundamentals/rehabilitation/rehabilitation-after-a-hip-fracture

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