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Pubblicato il 1 Febbraio 2019 | Ultima modifica il 4 Dicembre 2019

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Cos’è il ginocchio della lavandaia e come si cura

Noto anche come “ginocchio della lavandaia”, la borsite al ginocchio è un’infiammazione della borsa sierosa prepatellare (o prerotulea) collocata in posizione anteriore e distale dalla rotula e che agisce come cuscinetto tra tendini e ossa.

Tale patologia è il risultato di traumi continui e ripetuti come ad esempio il frequente inginocchiamento su superfici dure (da qui ne deriva “ginocchio della lavandaia“).

Anche traumi acuti, come ad esempio una forte botta al ginocchio, possono causare un’emorragia locale che penetrando nella borsa tende ad irritarla e ad infiammarla.

Per questi motivi, la borsite al ginocchio è tipica di chi partica sport di contatto come ad esempio il calcio, la lotta, il rugby, la pallavolo e la ginnastica artistica; ma è comune anche negli anziani a seguito di una banale caduta.

Spesso, la borsa può gonfiarsi per la presenza di un’infezione causata da un’escoriazione e che permette il passaggio di germi e batteri (stafilococchi) dando origine alla così detta borsite settica, condizione molto frequente, e altrettanto delicata, la cui diagnosi precoce preserva il ginocchio ed evita complicazioni.

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I sintomi principali del ginocchio della lavandaia

Nel “ginocchio della lavandaia” i sintomi possono essere varabili. Solitamente, si avverte calore al tatto, gonfiore sopra della rotula (solitamente tende a formarsi una pallina nella parte anteriore del ginocchio), dolore, arrossamento, limitata mobilità, zoppicamento, rigidità articolare, presenza di fitte molto intense o ematoma.

In generale la sintomatologia tende a diventare più severa se ci si inginocchia o se si effettuano movimenti ripetuti con il ginocchio.

In caso d’infiltrazione batterica e quindi di borsite settica, può accadere che oltre alla presenza di sintomi come quelli appena elencati, possa presentarsi una febbre legata all’infezione.

La diagnosi

La diagnosi del ginocchio della lavandaia avviene generalmente in due fasi. Nella prima fase, il paziente che avverte il dolore, si rivolge al medico che tramite esame obiettivo, esclude altre tipologie di lesioni che possono provocare gonfiore al ginocchio. Alla palpazione la zona risulta essere gonfia, rossa, dolente e spesso anche calda.

Una volta fatta l’ipotesi diagnostica, si procede quasi sempre alla conferma mediante esami strumentali, come l’ecografia, in grado di indagare la presenza di liquido in eccesso nelle borse sierose.

Nel caso si sospetti la forma di borsite settica, il medico si avvarrà di esami ematochimici ed esami colturali del liquido estratto dalla borsa al fine di poter impostare una terapia antibiotica mirata.

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Rimedi

La terapia indicata per la borsite al ginocchio non infettiva è diversa in base alle cause di origine. Poiché si tratta di un’infiammazione della borsa sinoviale del ginocchio, per la cura vengono attuati una serie di accorgimenti ad hoc:

Riposo: Come per ogni infiammazione, la prima cosa da fare è sospendere per un periodo medio lungo la fonte d’infiammazione.

Ghiaccio: È il primo antinfiammatorio naturale, e va applicato immediatamente per raffreddare la zona colpita in modo da poter controllare il versamento dell’emorragia.

Bendaggio: In moti casi può essere utile applicare una fascia compressiva che riduca il gonfiore, associato a riposo dell’articolazione. Così facendo nella maggior parte dei casi il dolore scompare dopo poche settimane di terapia.

Antinfiammatori: Si utilizzano antinfiammatori orali, e antinfiammatori locali, come creme, che vanno applicate localmente 2-3 volte al giorno e magari la sera prima di coricarsi, creando un impacco.

Fisioterapia: Anche la terapia fisica può essere risolutiva, facendo riferimento a un fisioterapista o a uno specialista in medicina dello sport, che indicherà al paziente gli esercizi appropriati per migliorare la flessibilità e rinforzare i muscoli. Questa terapia può alleviare il dolore e ridurre il rischio di episodi ricorrenti come il ginocchio della lavandaia.

Aspirazione del liquido della borsa: Tale procedura va fatta prima del trattamento riabilitativo e non va intesa come la cura, ma come l’inizio di un trattamento più ampio, pena la ricomparsa del gonfiore.

Nel caso di borsite settica (infettiva) si procede anche con una terapia antibiotica specifica basata sulla caratterizzazione del batterio responsabile dell’infiammazione presente nel liquido sinoviale. Gli antibiotici vengono in genere assunti sotto forma di compresse o capsule, due o quattro volte al giorno per sette giorni. Se i segni d‘infezione persistono, può essere necessario proseguire il trattamento per altri sette giorni.

Alle volte tali misure non bastano ed è necessario l’intervento del medico che può eseguire iniezioni locali di cortisone associate ad aspirazione del liquido in eccesso fino a ricorrere a un piccolo intervento di asportazione chirurgica. In questo caso un’operazione, quasi sempre in anestesia locale, provvede a rimuovere totalmente la borsa lesa mediante un’incisione sul ginocchio. Il paziente dovrà poi osservare un periodo di riposo, assumere analgesici e seguire un programma di fisioterapia per il recupero. Ciò riporterà la funzionalità dell’articolazione ai livelli di normalità.

Prevenzione

Ci sono una serie di attenzioni di buon senso da seguire per prevenire il famoso “ginocchio della lavandaia”, quali:

– Evitare la pressione sull’articolazione;

– Proteggere il ginocchio mediante l’uso d’imbottiture specifiche e piegare le gambe quando ci si alza o si solleva un peso (specie in corso di attività lavorative pesanti);

– Evitare sforzi eccessivi o di sollevare carichi troppo pesanti;

– Correre su superfici adeguate;

– Riscaldare sempre i muscoli prima di ogni esercizio fisico e dello sport, allenare il corpo all’equilibrio e al mantenimento di una corretta postura;

– Non fare movimenti ripetuti o tenere la stessa posizione troppo a lungo;

– Cercare di evitare il sovrappeso corporeo.

Fonti:
– Liu YW, Skalski MR, Patel DB, White EA, Tomasian A, Matcuk GR Jr. The anterior knee: normal variants, common pathologies, and diagnostic pitfalls on MRI. Skeletal Radiol. 2018 Aug;47(8):1069-1086. doi: 10.1007/s00256-018-2928-2. Epub 2018 Mar 25. Review.
– Raas C, Attal R, Kaiser P, Popovscaia M, Zegg M. Treatment and outcome with traumatic lesions of the olecranon and prepatellar bursa: a literature review apropos a retrospective analysis including 552 cases. Arch Orthop Trauma Surg. 2017 Jun;137(6):823-827. doi: 10.1007/s00402-017-2690-2. Epub 2017 Apr 26. Review.
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