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Pubblicato il 23 Luglio 2020 | Ultima modifica il 30 Luglio 2020

Ipersonnia

Il sonno esprime un bisogno dell’individuo che, fisiologicamente, ha necessità di dormire dalle 6 alle 8 ore al giorno (variabili dipendentemente dall’età). Può però capitare che si manifestino una incapacità di risveglio al mattino ed una difficoltà di rimanere attivi durante la giornata, accompagnate da insorgenza di veri e propri colpi di sonno. Se l’individuo prova una eccessiva sonnolenza durante le ore diurne, si parla di ipersonnia.

Che cosa è l’ipersonnia? 

Si tratta di una alterazione del sonno cronica che si manifesta con:

  • aumento prolungato della durata del sonno notturno 
  • sensazione di stanchezza e di non aver dormito bene al mattino al risveglio
  • gran fatica ad alzarsi 
  • sonnolenza durante la giornata, spesso associata ad addormentamenti involontari che portano a ripetuti sonnellini giornalieri.

Le persone che soffrono di questo disturbo hanno difficoltà a rimanere vigili e sveglie anche durante il pieno svolgimento di varie azioni. Viene considerato un problema lieve se ciò accade in contesti monotoni e in situazioni di inattività o di rilassamento, ma diventa piuttosto grave se si verifica in condizioni di piena attività, ad esempio mentre si mangia, si conversa o si guida. Il problema può in questi casi assumere un certo grado di pericolosità. Esistono varie forme di ipersonnia: le più diffuse sono la narcolessia e l’ipersonnia idiopatica. 

Le conseguenze dell’ipersonnia possono essere molteplici:

  • difficoltà nelle relazioni sociali
  • bassa produttività
  • ansia e depressione
  • scarsa capacità di concentrazione
  • lesioni fisiche. 

Uno studio clinico, pubblicato nel 2004 nel database PubMed ha studiato la ˝qualità della vita correlata alla salute nei pazienti italiani con narcolessia. 

In questo studio sono stati valutati 108 pazienti con disturbi di ipersonnia di vario tipo. Sono stati eseguiti dei test per valutare la loro qualità di vita ed è stato dimostrato che ˝La narcolessia influisce gravemente sulla qualità delle risorse umane dei pazienti in termini di benessere fisico e mentale e compromette le funzioni fisiche ed emotive, limitando la vita sociale.˝

Diagnosi di ipersonnia

Quando si può soffrire di sonnolenza eccessiva?

Cosa fare in presenza di una sonnolenza costante durante il giorno? Come arrivare ad una giusta diagnosi?

Per prima cosa è consigliabile recarsi dal proprio medico di base che raccoglierà una serie di informazioni relative alle abitudini del sonno, ad eventuali cause di risveglio notturno, assunzione di farmaci o droghe, stati depressivi in corso e tutto ciò che può essergli utile, per un corretto inquadramento del paziente. Se ritenuto necessario, il medico consiglierà una visita presso un neurologo specialista dei disturbi del sonno che, per arrivare ad una diagnosi certa, dovrà effettuare gli esami necessari quali:

  • polisonnografia: tale metodica, attraverso il posizionamento di elettrodi su viso, corpo e testa, registra l’attività elettrica cerebrale, l’attività muscolare, il movimento degli occhi ed il respiro durante il sonno così da poter identificare la presenza di fenomeni patologici;
  • prova di latenza multipla: viene richiesto al paziente di effettuare diversi sonnellini di 20 minuti durante il giorno, più precisamente ogni 2 ore. Si osserva il tempo impiegato per prendere sonno (latenza di sonno). Se tale tempo è inferiore agli 8 minuti si può parlare di ipersonnia. 

In seguito a questi accertamenti potrà essere emessa una diagnosi di ipersonnia, disturbo che potrà modificare la sua sintomatologia nel corso degli anni ma che persisterà nel tempo. Infatti, le remissioni complete del disturbo sono rarissime. 

Fonti: