Il colon irritabile è un disturbo relativamente diffuso (interessa il 10% circa della popolazione) il cui riconoscimento presenta degli aspetti critici. A cominciare dal nome. Sopravvivono infatti molte espressioni usate per definirlo, la più nota delle quali è stata colite spastica. La stessa definizione di colon irritabile è impropria: sindrome dell’intestino irritabile è la forma più corretta per indicare questo fastidio.
Essa ha un andamento ciclico e periodicamente si manifesta con sintomi di severità variabile, che possono rendere la malattia piuttosto invalidante, come alternanza di stipsi e diarrea, mal di pancia e gonfiore addominale. Le riacutizzazioni coincidono di solito con eventi o periodi di particolare stress (un intervento chirurgico, un periodo difficile a livello professionale, una relazione emotiva di complessa gestione…).
Nella stragrande maggioranza dei pazienti, viene diagnosticata per esclusione rispetto ad altre patologie, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, ovvero le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI).
Quando i sintomi sono sfumati e poco specifici il rischio è invece quello di una sottodiagnosi: al paziente viene detto che si tratta di un fenomeno passeggero legato allo stress per il cui miglioramento sono necessari alcuni giorni di riposo. Pur trattandosi di raccomandazioni utili anche in presenza di colon irritabile questi consigli mancano di considerare molti aspetti del disturbo e aiutano ben poco a gestirlo nel tempo.
Per orientarsi e fugare qualche dubbio, posto che è sempre necessario consultare un medico per avere conferma, può aiutare sapere che esistono dei criteri diagnostici internazionali (i Criteri di Roma) mirati a ridurre il rischio di errore nel riconoscimento di questa patologia. Queste linee guida aiutano, inoltre, a individuare comportamenti utili grazie ai quali controllare le manifestazioni della sindrome dell’intestino irritabile.
Dove fa male il colon irritabile?
Il colon irritabile si manifesta periodicamente e quasi sempre in risposta allo stress o alla fatica, anche emotiva.
Il sintomo su cui si basano i Criteri di Roma è il dolore addominale. Per la diagnosi di colon irritabile è necessario che questo si sia verificato per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi, in associazione al miglioramento dopo l’evacuazione, alla comparsa di stipsi o diarrea o alla modifica della consistenza delle feci.
Possibili sintomi del colon irritabile
La sintomatologia del dolore è associata a un fastidio localizzato generalmente nella parte bassa dell’addome, più spesso in corrispondenza del fianco sinistro o del fianco destro. Si possono avvertire crampi che si diradano spesso e volentieri dopo essere andati in bagno.
Possono essere poi presenti altri sintomi gastrointestinali:
- Si può incontrare difficoltà nell’andare in bagno, a causa di una spinta eccessiva, dell’urgenza o della sensazione persistente di non avere svuotato il retto;
- Si può riscontrare presenza di muco nelle feci;
- Si può avvertire la pancia gonfia.
Come trovare rimedio al colon irritabile naturalmente?
Oltre alle modifiche alla dieta, che nello specifico devono essere suggerite dal medico, esistono raccomandazioni valide in tutti i casi. È, per esempio, importante proteggere il benessere della flora batterica intestinale: un microbiota in equilibrio permette di controllare meglio i sintomi, riducendo il rischio di fermentazioni e gonfiore.
Nello specifico l’assunzione di fermenti lattici ad azione probiotica, con presenza di ceppi quali il Lactobacillus acidophilus DDS®-1 e il Bifidobacterium animalis ssp.lactis UABla-12, particolarmente efficaci nel mantenere la salute dell’intestino consente di allontanare il rischio di disbiosi, calmando dolori addominali, crampi e altri e la sintomatologia legata alla sindrome dell’intestino irritabile.