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Pubblicato il 25 Agosto 2017 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

Intestino

Microbiota e microbioma: di cosa si tratta?

Articolo aggiornato a luglio 2019. Vi riproponiamo questo articolo su microbiota e microbioma per aggiornarvi circa i risultati di uno studio che ha dimostrato come l’analisi del microbioma possa essere utile per valutare il rischio di polipi intestinali. Condotto da un gruppo di ricercatori guidato dagli esperti del Microbiome Analysis Center della George Mason University (Manassas, Stati Uniti), questo nuovo studio è stato pubblicato su BMJ Open Gastroenterology.

Gli autori hanno analizzato i dati relativi a 218 individui, fra cui 87 donne e 131 uomini. Nel 56% dei casi una colonscopia ha identificato la presenza di polipi. La capacità dell’analisi del microbioma di identificare gli individui in cui erano presenti dei polipi è stata valutata mediante due diversi modelli statistici: il Naive Basel e il Neural Network. Nella tabella seguente sono riassunti i dati ottenuti.

modello statisticoaccuratezza di identificazionefalsi positivifalsi negativi
Naive Basel79%12% (media)11,5% (media)
Neural Network82%
Naive Basel e Neural Network combinati  5,00%

Al giorno d’oggi sempre più spesso sentiamo parlare di microbiota e microbioma, è necessario però fare un po’ di chiarezza sui due termini e spiegare in modo efficace cosa si intende quando si parla dell’uno e dell’altro. Procediamo dunque insieme ad una spiegazione esauriente del significato e dell’importanza di microbiota e microbioma, con un focus specifico sull’intestino.

Lactoflorene fermenti lattici

Il corpo umano è colonizzato da un gran numero di batteri: quelli che una volta venivano chiamati “microflora” e che oggi definiamo meglio come “microbiota”. Il termine “microbioma” si riferisce invece all’insieme dei geni dell’intero microbiota.

Dopo la mappatura del genoma umano, nel 2008 fu avviato il Progetto Microbioma Umano (HMP Human Microbiome Project) frutto di collaborazioni tra grandi centri di sequenziamento genomico negli Stati Uniti ed in Europa (Metagenomics of Human Intestine) per studiare come questi microrganismi coesistano con l’uomo. In questo modo, è stato possibile comprendere quali siano le capacità metaboliche dei batteri, ovvero come avviene la costruzione delle cellule batteriche.

In molti lavori di ricerca, attualmente, gli Autori si concentrano sulla valutazione del rapporto tra batteri presenti nel microbiota e la nostra salute ed emergono quasi giornalmente nuove evidenze sul legame stretto tra la presenza di un certo tipo di microbiota e lo stato di benessere. Il microbiota dell’intestino è una presenza piuttosto evidente: comprende più di 1000 specie e pesa circa un Kg ed è talmente rilevante da essere considerato quasi un organo a parte: alcuni batteri quali Clostridium, Lactobacillus, Enterococcus vivono preferibilmente sulla superficie epiteliale, ovvero quelle cellule che costituiscono il rivestimento interno ed esterno dei tessuti nel corpo umano, e nello strato di muco, altri quali Bacteroides, Bifidobacterium, Streptococcus, Enterobacteriaceae preferiscono l’intestino. Anche se tutte le superfici mucose dell’organismo sono colonizzate dai batteri, l’intestino è senza dubbio il sito preferito e oltre il 70% di tutti i batteri si trova nel colon.

Qual è il vantaggio biologico della presenza di un microbioma particolarmente ricco a livello gastrointestinale?

I vantaggi sono di due tipi: nutrizionali e nei meccanismi di difesa. Tra i vantaggi nutrizionali si evidenzia in particolar modo come il microbiota sia in grado di favorire l’immagazzinamento energetico dai carboidrati introdotti con l’alimentazione, possa regolare la produzione di vitamine (B e K in particolar modo) e la produzione di acidi grassi a corta catena, denominati anche con l’acronimo SCFA, ovvero una tipologia di acidi grassi che viene difficilmente prodotta da fonti alimentari, ma che si verifica ad esempio con la fermentazione delle fibre ad opera dei batteri situati all’interno del colon.

Per quanto riguarda i meccanismi di difesa, il genoma microbico contiene informazioni per lo sviluppo della resistenza alla colonizzazione di potenziali patogeni, per la regressione degli xeno-biotici, ovvero di tutte quelle sostanze di origine sia naturale che sintetica estranee all’organismo, e per stimolare in modo positivo le cellule che vanno a costituire le difese immunitarie che possono essere divise in immunità innata e immunità acquisita. L’immunità innata comprende tutti i meccanismi di difesa non specifici per i patogeni (virus, batteri), come la barriera anatomica, formata da cute e mucose, o la barriera fisiologica, formata dal pH dei tessuti, l’immunità acquisita, invece, permette di riconoscere ed eliminare in modo selettivo elementi estranei e microrganismi. È sempre bene ricordare che immunità innata e immunità acquisita non operano in modo separato, bensì in modo sinergico, cooperano cioè al riconoscimento di patogeni e all’attivazione corretta del sistema immunitario.

microbiota e microbioma

 

Il microbiota all’interno dell’intestino aiuta a regolare la risposta immuno sistemica in loco, e influenza anche, fin dall’età infantile, lo sviluppo e la reattività del tessuto linfoide associato intestinale, chiamato comunemente con l’acronimo GALT: trattasi della parte del sistema immunitario localizzata all’interno dell’apparato digerente. La colonizzazione dell’intestino in età precoce permette lo sviluppo di IgA secretoria e IgM, entrambi importanti per la difesa immunitaria e per lo sviluppo delle tolleranze alimentari. Per IgA si intendono quegli anticorpi normalmente presenti nelle secrezioni corporee (lacrime, muco, saliva ecc.), per IgM, o immunogloboline M, invece, quegli anticorpi fondamentali per la reazione del sistema immunitario umano, sintetizzati dai linfociti B e dalle plasmacellule.

Fonti articolo:

L’integratore Nutrizionale n. 1  Gen-Mar 2017 pag. 14 – 19

Dadkhah E et al. Gut microbiome identifies risk for colorectal polyps. BMJ Open Gastroenterol. 2019 May 27;6(1):e000297. doi: 10.1136/bmjgast-2019-000297

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