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Pubblicato il 28 Dicembre 2019 | Ultima modifica il 14 Settembre 2020

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Cos’è l’entesite e come si cura l’infiammazione a tendini e legamenti

L’entesite è una qualsiasi modificazione di tipo infiammatorio di un’entesi, ossia il luogo d’inserzione di un tendine, legamento, capsula o fascia nell’osso. I distretti più frequentemente colpiti dalla entesite sono quelli superficiali: il tendine d’Achille, i tendini patellari (del ginocchio) e l’epicondilo laterale dell’omero (l’osso sporgente all’esterno del gomito).

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Entesite: i sintomi

Il sintomo principale dell’entesite è il dolore, anche se non è sempre presente; in alcuni casi, infatti, il disturbo è asintomatico.

Il dolore da entesite può essere molto intenso e disabilitante e, in alcuni casi, permanere per anni. Sottoporre l’articolazione colpita a lavoro, caricandola, intensifica il dolore. Spesso il dolore raggiunge i livelli massimi dopo il riposo, ad esempio al mattino appena svegli, per diminuire dopo qualche passo.

Quando l’entesite riguarda i tendini superficiali, può essere visibile anche all’esterno. L’infiammazione, infatti, genera la formazione di un edema, un rigonfiamento dovuto all’accumulo di liquidi che rappresenta il segno di una risposta dei tessuti locali. Se l’entesite è superficiale, la tumefazione sottocutanea è evidente.

Le più diffuse forme di entesite sono quell’achillea e quella del calcagno. L’entesite del calcagno provoca un dolore che può essere presente occasionalmente sotto carico, ma che si risolve rapidamente con il riposo (talalgia modesta).

Si parla invece di talalgia severa, quando il dolore è fisso sotto carico e si riduce molto lentamente nel tempo, dopo un riposo prolungato. In questi casi, il dolore è intenso e può essere scatenato anche solo da una modesta pressione locale.

La causa dell’entesite achillea è quasi sempre lo stiramento cronico del tendine d’Achille. L’attività sportiva intensa rappresenta un fattore che può favorire l’insorgenza del disturbo.

Quando, al contrario, le articolazioni coinvolte sono situate in profondità (come quelle fra le ossa che compongono il bacino) la patologia non è visibile all’esterno. In questi casi, il paziente avverte comunque dolorabilità alla pressione e la tumefazione può essere palpata dall’esterno.

La diagnosi dell’entesite

Un dolore comparso in corrispondenza dell’inserzione di un tendine, che non passa o che non è correlato a un trauma, deve sempre orientare verso un consulto ortopedico o reumatologico. Durante la visita, lo specialista ricostruisce l’anamnesi del paziente, alla ricerca di possibili altri sintomi che permettano la ricostruzione del quadro clinico. Successivamente, il medico procede con l’esame obiettivo, durante il quale valuta la presenza di eventuali tumefazioni (e la loro localizzazione), di aree di arrossamento cutaneo e verifica che il paziente avverta dolorabilità alla pressione.

L’entesite può essere diagnosticata con l’ecografia, ma spesso a questa tecnica d’indagine sono associate la radiografia RX e, in alcuni casi, la risonanza magnetica.

Nei casi in cui l’entesite sia profonda, può diventare necessario differenziarla dalla fibromialgia, patologia caratterizzata da sintomi analoghi.

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La cura

La cura dell’entesite prevede l’esecuzione d’infiltrazioni locali con cortisonici, che possono essere fatte localizzando la lesione attraverso la palpazione dell’area coinvolta, oppure guidate con l’ausilio di tecniche di imaging.

Lo specialista prescrive generalmente anche l’assunzione di antinfiammatori (FANS), che devono essere assunti non al bisogno, ma continuativamente. I pazienti traggono beneficio dalla terapia con farmaci antiinfiammatori che agiscono deprimendo la reazione del sistema immunitario (metotrexate, inibitori del TNF), farmaci biologici.

Accanto al trattamento farmacologico, il medico prescrive il riposo, soprattutto in presenza di dolore. La cura dell’entesite richiede tempo e pazienza, soprattutto quando il disturbo si è cronicizzato.

Per accelerare la guarigione e migliorare la sintomatologia, la cura dell’entesite achillea si può avvantaggiare dell’uso di talloniere, che scaricano il tendine d’Achille infiammato alzando il tallone. In caso di insuccesso, può essere necessario sottoporsi all’intervento chirurgico di scarificazione tendinea.

Può essere utile ricorrere all’applicazione di creme lenitive a base di ingredienti di origine vegetale, come Artiglio del Diavolo (Harpagophytum spp.), Arnica montana, Boswellia. Questi prodotti possono essere usati da soli o in associazione al trattamento farmacologico e agli altri presidi eventualmente prescritti dallo specialista.

L’entesite come sintomo di altre malattie

In alcuni casi, l’entesite può essere associata a una grave patologia dell’apparato scheletrico, la spondilite anchilosante. In questi pazienti, l’entesite compare come sintomo combinato con la diffusa osteite dell’osso immediatamente adiacente, suggerendo come questo disturbo possa essere interpretato come il concetto unificante delle diverse forme di spondilite anchilosante.

Un’altra patologia che può essere presente insieme all’entesite è la psoriasi. L’elemento in comune sembra essere la componente autoimmunitaria, in base alla quale il sistema immunitario, confuso, non riconosce come proprie specifiche molecole e le attacca, determinando l’insorgenza della reazione infiammatoria responsabile della lesione locale.

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