L’arrivo della stagione autunnale, con l’inevitabile abbassamento delle temperature, aumenta la diffusione di malattie da raffreddamento e quelle causate da virus influenzali e parainfluenzali. Le difese immunitarie sembrano in questo periodo messe a dura prova ed è più che mai importante cercare di preservarne l’efficienza.
Ma che legame c’è tra freddo e difese immunitarie?
Tra le basse temperature e le infezioni respiratorie di tipo virale sembra esserci un rapporto causa-effetto, ma in realtà le cose non stanno esattamente così.
Se è vero che alcuni virus fanno la propria comparsa nella stagione autunnale e invernale, come quello dell’influenza – con un picco di casi che in genere si verifica tra dicembre e gennaio -, è altrettanto vero che l’arrivo del freddo porta con sé abitudini e comportamenti che facilitano la diffusione di infezioni, come la permanenza in luoghi chiusi e affollati, dove si creano le condizioni ideali per la proliferazione di microrganismi e la facile trasmissibilità di malattie virali.
Il freddo e le difese immunitarie: cosa succede al corpo
Le basse temperature e la stagione invernale non sono causa diretta delle malattie, ma il freddo può abbassare le difese immunitarie, rendendole meno efficienti.
Sono in particolare gli sbalzi di temperatura e gli improvvisi colpi di freddo che possono innescare un’infezione delle vie respiratorie. Questo perché l’improvviso passaggio da caldo a freddo e la conseguente esposizione del sistema respiratorio allo sbalzo termico invalidano un meccanismo innato di difesa dell’organismo, la “clearance muco-ciliare”.
Le cellule cigliate presenti nell’apparato respiratorio si muovono oscillando, in modo da proteggere gli organi respingendo verso l’esterno le sostanze potenzialmente dannose, e proteggendo così i polmoni. Questo è facilitato dalla presenza di muco che riveste trachea, bronchi e cavità nasali e che serve a intrappolare le sostanze estranee che attraverso il naso o la bocca potrebbero aggredire l’organismo. Il freddo ha l’effetto di “paralizzare” questo meccanismo per cui il muco, insieme ai batteri in esso contenuti, ristagna nelle vie respiratorie.
Un altro effetto del freddo è quello di contribuire a indebolire le prime vie aeree; le basse temperature raffreddano naso e gola, che risultano irritati e più vulnerabili all’attacco di agenti patogeni.
Quando fa freddo inoltre è normale trascorrere molto tempo in ambienti riscaldati: anche questo può inaridire le mucose e ridurre la produzione di muco, soprattutto in chi soffre di asma o malattie respiratorie.
L’importanza di vitamine e minerali per le difese immunitarie
Durante l’inverno è più probabile che l’alimentazione si orienti verso cibi ricchi e calorici, a sfavore di una dieta con una ampia varietà di verdure e frutta. Questo può a lungo andare portare a uno sbilanciamento che potrebbe influire sullo stato delle difese immunitarie; sono molto importanti in questo senso la vitamina D, vitamina C e sali minerali come lo zinco.
Inoltre si tende a bere meno acqua e liquidi, complice il ridotto stimolo della sete rispetto alle stagioni più calde; una idratazione scarsa può contribuire a seccare le mucose delle vie respiratorie, rendendole anche in questo caso meno efficienti.
Durante l’inverno, seguire una dieta sana con tanta frutta e verdura e fare pasti regolari e caldi non solo aiuta a proteggersi dal freddo, ma mette l’organismo nelle migliori condizioni per potersi difendere. Anche se con il freddo verrebbe spontaneo consumare maggiori quantità di alcolici, questi andrebbero evitati o molto limitati; non forniscono nutrienti e inoltre, poiché esercitano una azione di vasodilatazione, favoriscono la dispersione del calore del corpo aumentando la sensazione di freddo.
Per prevenire i malanni invernali e sostenere le difese immunitarie, quando fa molto freddo può essere utile adottare anche altri accorgimenti:
- all’aperto proteggere le alte vie respiratorie coprendo bocca e naso con una sciarpa, e ricordarsi di inspirare con il naso ed espirare con la bocca;
- curare l’igiene delle mani e areare spesso gli ambienti;
- in casa cercare di mantenere livelli di temperatura e umidità costanti, con valori tra 18° e 22°C nel primo caso, e percentuali intorno al 40-50% nel secondo.
In inverno, con i riscaldamenti in funzione, l’uso dell’umidificatore può contribuire a diminuire la secchezza dell’aria negli ambienti domestici. All’acqua è possibile aggiungere essenze profumate o balsamiche, che sono però da evitare in caso di individui o bambini allergici.
Fonti: