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Pubblicato il 1 Febbraio 2018 | Ultima modifica il 4 Dicembre 2019

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Alimenti prebiotici: cosa sono e a cosa servono

Tra i cibi funzionali, ovvero quei cibi che hanno la capacità dimostrata su basi scientifiche di determinare un miglioramento nello stato di salute e nella prevenzione di alcune condizioni patologiche, troviamo gli alimenti prebiotici. I primi che studiarono, identificarono e nominarono i prebiotici nel 1995, furono Gibson e Roberfroid.

I prebiotici sono carboidrati non digeribili (frutto – e galatto – oligosaccaridi FOS, lattulosio, polioli) presenti in alcuni alimenti quali: buccia dei legumi, pomodori, broccoli, carciofi, mele, banane, asparagi, cicoria, yogurt, latte. 

Lactoflorene fermenti lattici

Proprietà degli alimenti prebiotici

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, una sostanza per essere definita prebiotica deve avere determinate caratteristiche:

  • essere sicuro per l’uomo;
  • deve indurre effetti positivi per la salute umana;
  • deve essere in grado di superare, senza subire sostanziali modifiche delle proprie caratteristiche, i processi digestivi che avvengono nel primo tratto del tubo digerente;
  • fungere da substrato nutritivo fermentabile per la microflora presente nell’intestino, stimolando in modo selettivo la crescita e/o il metabolismo di una o più specie batteriche;
  • deve saper mutare in modo positivo la flora microbica a favore della flora intestinale simbionte rappresentata da bifidobatteri, lattobacilli;
  • Non sono da confondere con i probiotici e con la fibra alimentare.

alimenti prebiotici

 Effetti positivi degli alimenti prebiotici

Quando assumiamo degli alimenti contenenti prebiotici, notiamo una momentanea variazione significativa della microflora del colon.
Tale effetto può associarsi anche a una modulazione diretta ed indiretta della lipogenasi epatica.

A questi effetti studiati, se ne aggiungono anche altri accertati nel tempo quali:

  • riduzione del pH fecale e acidificazione del contenuto dell’intestino, condizione ostile allo sviluppo di microrganismi patogeni
  • nutrizione della mucosa e proliferazione cellulare
  • incremento della biodisponibilità di minerali
  • riduzione dei livelli di colesterolo e trigliceridi

Secondo le linee guida di nutrizione, la dose di assunzione consigliata di prebiotici varia dai 2 ai 10 grammi giornalieri. Generalmente, se assunti nelle giuste dosi, non hanno effetti collaterali. Tuttavia, un’eccessiva ingestione di prebiotici, può dar luogo a fenomeni d’intolleranza e disturbi a livello gastrointestinali quali: flatulenza, gonfiore addominale, diarrea. Pertanto, in quei soggetti nei quali si possono avere disturbi gastrointestinali, è consigliato di assumere alimenti prebiotici in dosi graduate in modo da prevenirne effetti spiacevoli e arrivare alla dose consigliata.

Nel caso in cui vengano assunti fermenti lattici è importante verificare che siano ad azione prebiotica e probiotica, in modo da aiutare l’organismo a ristabilirsi dopo disturbi debilitanti.

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