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Pubblicato il 16 Febbraio 2018 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

Colesterolo

Differenze tra probiotici e prebiotici nel trattamento della colesterolemia

Probiotici e prebiotici

Il termine probiotico (dal greco “a favore della vita”) è riferito a quei microrganismi vivi e attivi in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.

Quali sono le differenze tra probiotici e prebiotici? Le prime osservazioni sugli effetti positivi dei probiotici sulla salute dell’uomo risalgono all’inizio del XX secolo quando il premio Nobel Eli Metchnikoff osservò che i batteri assunti con gli alimenti sono capaci di modificare la flora batterica intestinale, sostituendo microrganismi dannosi per l’organismo con altri utili (1). Da allora le conoscenze sui probiotici si sono arricchite di studi scientifici e clinici in ampia numerica e con grande frequenza.

I prebiotici invece sono fibre alimentari ovvero “sostanze non digeribili che apportano benefici all’organismo ospite e stimolano la crescita e l’attività di alcuni ceppi batterici della flora intestinale” (2).

Lactoflorene colesterolo

Benefici di probiotici e prebiotici negli integratori

L’assunzione di probiotici e prebiotici attraverso l’alimentazione costituisce un fattore importante nell’ambito di una dieta sana, varia ed equilibrata, in quanto, promuove il benessere intestinale, il miglioramento dell’assorbimento dei sali minerali e dell’utilizzo delle vitamine e l’attività del sistema immunitario.
Ecco perché spesso, nella formulazione d’integratori, probiotici e prebiotici sono associati assieme al fine di ottenere un effetto sinergico e un’efficacia superiore.

Tra i probiotici più conosciuti troviamo i lactobacilli e i bifido-batteri, presenti in alimenti fermentati come yogurt, kefir, crauti, miso, formaggi, pasta madre e specifici integratori.
I prebiotici, come ad esempio l’inulina, sono contenuti in natura in alcuni alimenti, in particolar modo in quelli ricchi di fibre. Tra le fonti di prebiotici troviamo asparagi, cicoria, indivia belga, legumi, tarassaco e frutta secca, con particolare riferimento alle noci.

Fattori come stress, abitudini sedentarie, e cattive abitudini alimentari con basso apporto di fibre prebiotiche possono condurre all’insorgenza di disbiosi, alterazione della flora batterica intestinale che alla lunga porta a disturbi sia a livello intestinale che extra-intestinale (infezioni, dermatiti, cistiti, stitichezza, patologie autoimmuni e allergie). Circa il 70% del sistema immunitario si trova infatti nell’intestino. Il tratto digestivo gioca un ruolo importante nella difesa dell’organismo contro agenti patogeni. Tale funzione è svolta dalla microflora intestinale (microbiota), dalla mucosa intestinale e dal sistema immunitario intestinale.

I probiotici inibiscono o uccidono la crescita dei microorganismi dannosi allocati nell’intestino, attraverso la produzione di sostanze batteriostatiche e battericide e la regolazione della migrazione delle cellule immuni verso il centro dell’infiammazione.
Gli integratori probiotici e prebiotici possono essere assunti da chiunque e non presentano alcun effetto collaterale. L’ideale è comunque fare ricorso a prodotti contenenti quantità adeguate di fermenti lattici vivi unitamente a fibre prebiotiche, che possono garantire un effetto sinergico e una maggiore efficacia.

differenze tra probiotici e prebiotici

 

Fermenti lattici probiotici e colesterolemia

Con l’aiuto di un particolare tipo di probiotici è possibile ridurre in modo efficace e sostanziale i livelli del tanto temuto colesterolo LDL, quello “cattivo” – ritenuto a sua volta responsabile di malattie cardiocircolatorie.

Il colesterolo è un grasso (i grassi sono detti anche “lipidi”) elaborato in gran parte dal fegato; solo una parte minore deriva dalla nostra alimentazione dalle molteplici funzioni come ad esempio, stabilità e regolazione della fluidità delle membrane cellulari; digestione dei cibi; precursore ormonale e della vitamina D.

Il colesterolo, come tutti i grassi, non si scioglie nel sangue; per poter essere utilizzato dagli organi periferici deve essere trasportato dalle cosiddette “lipoproteine”. Le lipoproteine più note sono le HDL (“colesterolo buono”) e le LDL (“colesterolo cattivo”).

Se in eccesso, LDL trasportato nel flusso sanguigno, tende a depositarsi nei vasi, facilitando la formazione delle cosiddette “placche” che limitano il passaggio del sangue fino – talvolta – a bloccarlo del tutto.

Recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato dei benefici di alcuni ceppi probiotici nel controllo dei livelli di colesterolo con azioni metaboliche in grado di contrastare l’ipercolesterolemia, con conseguente riduzione dei livelli di LDL (3).

L’attività ipolipidemizzante dei probiotici può realizzarsi attraverso l’assimilazione, degradazione, metabolizzazione e modulazione dell’assorbimento intestinale.

Viene dunque da sè che il miglioramento del microbiota intestinale attraverso l’uso di adeguati integratori probiotici e prebiotici, insieme ad uno stile di vita salutare e ad una corretta alimentazione, offrono la possibilità di intervenire anche sulla prevenzione di patologie cardiovascolari.

Gli integratori probiotici per contrastare il colesterolo sono a base di Monacolina K, una sostanza statino-simile ma di origine naturale che si sviluppa dalla fermentazione del riso ad opera del lievito Monascus purpureus. Se a questa si aggiunge poi un antiossidante come il coenzima Q10 i cui livelli si abbassano a seguito dell’azione della Monacolina K, e la vitamina PP, utile per il miglioramento dei parametri lipidici del sangue, si ottiene un valido aiuto per il trattamento della colesterolemia con tollerabilità migliore rispetto a quella delle statine.

Fonte articolo:

  1. Metchnikoff, E. Essais optimistes. Paris. The prolongation of life. Heinemann, 1907
  2. Gelmetti C, La scuola dell’atopia, Milano 2007
  3. Kumar M. et al., Probiotic Lactobacillus rhamnosus GG and Aloe vera gel improve lipid profiles in hypercholesterolemic rats, Nutrition, 2013 Mar, 29(3):574-9.
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