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Pubblicato il 16 Novembre 2020

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Che cos’è l’ipoacusia pantonale: scopriamo le cause

L’ipoacusia è un disturbo dell’udito di gravità variabile che comporta l’incapacità di percepire correttamente i suoni. L’indebolimento uditivo può verificarsi su tutte (ipoacusia pantonale) o solo su alcune (ipoacusia zonale) delle frequenze percepite, oppure su una sola di esse (ipoacusia monotonale) o su molte (ipoacusia multitonale).

Sono soprattutto le persone anziane ad avere problemi di ipoacusia, perché l’invecchiamento fisiologico dei tessuti rende più rigide le strutture responsabili della trasmissione del suono. La riduzione dell’udito che si verifica negli anziani è qualche volta chiamata presbiacusia, e rappresenta per l’orecchio quello che la presbiopia è per l’occhio.

Più in generale, il disturbo può riguardare persone di tutte le età, per cause diverse.

I suoni che sentiamo vengono percepiti dall’orecchio esterno, trasformati in segnali nervosi nell’orecchio interno e condotti, attraverso il nervo acustico, fino alla corteccia uditiva, l’area della corteccia cerebrale situata nel lobo temporale che ricevere ed elabora gli stimoli acustici.

Quando tutta questa catena funziona bene, noi sentiamo correttamente. Se compare un’alterazione, questa si manifesta con una riduzione della capacità uditiva, che è generalmente più trattabile e risolvibile se colpisce gli organi più esterni dell’orecchio, quelli responsabili della trasmissione meccanica del suono (ipoacusia trasmissiva).

Se, invece, il problema è di tipo nervoso, l’ipoacusia viene definita neurosensoriale e ha generalmente meno possibilità di guarigione completa.

Ipoacusia pantonale: cos’è

L’ipoacusia pantonale è l’incapacità di sentire correttamente i suoni su tutte le frequenze percepibili.

Nella maggior parte dei casi è di origine trasmissiva ed è l’espressione di un problema localizzato in una delle strutture anatomiche della parte più esterna dell’orecchio (il condotto uditivo esterno, la membrana del timpano, la catena degli ossicini, martello, incudine e staffa).

La causa alla base della riduzione della capacità uditiva, nell’ipoacusia pantonale trasmissiva può essere un’ostruzione del condotto uditivo esterno dovuta alla presenza di un corpo estraneo o di un tappo di cerume, la perforazione del timpano causata da un’otite, una discontinuità nella catena degli ossicini.

L’ipoacusia pantonale trasmissiva non coinvolge l’orecchio interno, dove hanno sede organi importanti per il mantenimento dell’equilibrio: quindi non è generalmente associata a vertigini.

Se, invece, l’origine del disturbo è nel nervo acustico, allora l’ipoacusia pantonale è di tipo neurosensoriale.

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I rimedi migliori alla problematica

È importante che qualsiasi riduzione nella capacità di percezione dei suoni, anche lieve, sia approfondita dall’otorinolaringoiatra, che deve valutare, nel corso della visita, l’origine dell’alterazione, quantificarla e prescrivere, laddove disponibile, una soluzione.

L’ipoacusia pantonale di origine trasmissiva è più curabile e reversibile rispetto a quella neurosensoriale. Se la riduzione dell’udito è provocata da una sofferenza del nervo acustico, è importante individuare la causa tempestivamente; qualsiasi danno del nervo è quasi completamente irreversibile.

Il medico dispone di una serie di esami che lo supportano nella formulazione della diagnosi:

  • esame audiometrico tonale: si tratta di una procedura che valuta eventuali perdite della percezione uditiva e che richiede la partecipazione attiva del soggetto, che deve confermare o smentire la capacità effettiva di percepire i suoni che vengono prodotti
  • esame audiometrico vocale: la persona sente attraverso le cuffie un suono che deve ripetere; l’esame valuta la capacità di comprensione dei suoni
  • esame impedenziometrico: consiste nella trasmissione di un suono nell’orecchio del soggetto e nella successiva valutazione del riflesso timpanico e della catena degli ossicini; è una procedura che indaga l’integrità e la funzionalità delle strutture anatomiche dell’orecchio medio e l’elasticità del timpano. L’impedenziometria è utile nei giovani che perdono gradualmente la capacità di sentire, per escludere l’otosclerosi, una malattia degenerativa a lenta evoluzione che interessa il giovane adulto, che provoca riduzione dell’udito e che può essere risolta chirurgicamente. L’impedenziometria può dire molto anche dello stato di salute dell’orecchio nei bambini soggetti a otiti ricorrenti.

Nel caso in cui l’ipoacusia sia secondaria a una patologia dell’orecchio, questa deve essere trattata specificamente.

In alcuni casi il ricorso a una terapia protesica è l’unico sistema per recuperare l’udito. Un colloquio con l’audioprotesista permette di selezionare una soluzione acustica personalizzata in base alle esigenze.

Altri casi possono presentare invece indicazione per la chirurgia.

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