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Pubblicato il 20 Dicembre 2021 | Ultima modifica il 26 Settembre 2022

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Allergia ai pollini invernali, quando si manifesta?

Starnuti, prurito, naso chiuso ed occhi arrossati sono solo alcuni dei sintomi delle allergie stagionali legate agli aeroallergeni, meglio noti come pollini, che non rappresentano una problematica esclusivamente primaverile ma possono riguardare anche i mesi invernali. Seppur in proporzioni ridotte rispetto alle fioriture primaverili, esistono infatti molte piante che fioriscono proprio durante l’inverno.

Questo tipo di allergie stagionali, ha visto un aumento esponenziale soprattutto nelle giovani generazioni con prevalenza nel genere femminile: negli ultimi 20 anni la concentrazione dei pollini presenti nell’aria è risultata maggiore del 46% rispetto agli ormai lontani anni ’90. 

Tra i fattori scatenanti vantano un ruolo da protagonisti l’inquinamento atmosferico (soprattutto polveri sottili ed ultrafini, più presenti in inverno con l’umido e la nebbia), i cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura globale, che si innestano su una condizione fisica magari già compromessa dallo stress, oltre che da uno stile di vita ed un’alimentazione inadeguati.

Allergia ai pollini e mesi freddi: cosa devi sapere

Cipresso, ontano, frassino, nocciolo, pioppo e salice, sono solo alcuni esempi eclatanti di piante a fioritura invernale che popolano anche i viali delle nostre città e possono rappresentare la causa scatenante delle allergie ai pollini invernali.

Senza dimenticare, tra i potenziali responsabili dei sintomi allergici durante il periodo invernale anche gli allergeni indoor e nello specifico acari e muffe: durante la stagione fredda si soggiorna infatti più a lungo nei locali chiusi come quelli domestici, che a causa delle temperature rigide vengono areati meno frequentemente e riscaldati eccessivamente. Queste condizioni favoriscono la proliferazione sia degli acari che delle muffe,  attivando l’infiammazione delle mucose delle via aeree nei soggetti predisposti e quindi la nota sintomatologia fatta di irritazione oculare, starnuti, congestione nasale e tosse.

Di solito è la durata e l’andamento dei sintomi che ci permette di effettuare una distinzione tra un semplice raffreddore e una potenziale allergia: normalmente il primo dura solo qualche giorno (al massimo un paio di settimane) e può essere accompagnato da mal di testa,  febbre leggera, dolori articolari. In caso di allergia, i sintomi si prolungano in modo intermittente per diverse settimane, le secrezioni sono di solito chiare e acquose, prive di muco denso e giallognolo, eventualmente accompagnate anche da prurito, tosse e lacrimazione oculare. Fondamentale quindi rivolgersi allo specialista quando i sintomi persistono.

L’importanza di prevenire l’allergia ai pollini in inverno

La prevenzione rappresenta uno dei pilastri fondamentali del benessere anche quando si parla di allergia ai pollini, ma riuscire ad evitare il contatto con gli aeroallergeni, abbondantemente presenti nell’aria che respiriamo soprattutto durante il periodo della fioritura, è molto difficile se non impossibile.

Per migliorare la qualità della vita quotidiana, è necessario in primis identificare con certezza il problema, ricorrendo ai semplici test cutanei di I livello (Prick test) capaci di individuare con sufficiente precisione gli allergeni. Oltre a ricorrere poi – quando i sintomi lo rendono necessario e sempre dietro consiglio del medico – ad un’adeguata terapia farmacologica antistaminica, è possibile tentare di ridurre la sensibilità agli allergeni grazie all’immunoterapia, che agisce efficacemente modificando in modo mirato la risposta immunologica verso gli allergeni selezionati.

Fondamentale ridurre la concentrazione di polvere domestica (utilizzando un panno umido) ed evitare tappeti folti, librerie, moquette e tendaggi pesanti, arieggiando gli ambienti chiusi e garantendo all’aria il giusto tasso di umidità, ricorrendo magari ad un deumidificatore, che – in assenza di allergie specifiche – potrà essere arricchito con oli essenziali (ad esempio quelli limone, eucalipto). Per una rimozione efficace di polveri e allergeni è indicato l’uso degli elettrodomestici muniti di filtri HEPA (Hight Efficiency Particolare Air) dotati di una potenza filtrante elevata che assicura una rimozione del 99,5% anche delle particelle microscopiche (0.3 µm). Tra le buone abitudini per una prevenzione efficace anche lavare frequentemente le lenzuola e curare in modo rigoroso l’igiene di eventuali animali domestici.

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Rimedi per un pronto sollievo

L’importanza della dieta è supportata dall’evidenza: molto spesso, i soggetti allergici ad alcuni pollini o agli acari, durante la stagione della pollinazione (e non solo) possono avere improvvise reazioni avverse all’ingestione di alcuni alimenti.

Questo accade perché si verificano quelle che vengono definite “allergie crociate” con alcuni alimenti : ad esempio, l’ingestione di ciliegie, pere, albicocche pesche e mele, potrebbe – in chi presenta allergia ai pollini di betulla ed ontano – causare una “Sindrome Orale Allergica” che si manifesta con sintomi di intensità variabile che vanno dal semplice prurito in bocca e all’edema delle labbra fino allo shock anafilattico. Da evitare o limitare cibi ricchi di istamina e liberatori di istamina come pomodoro, molluschi, cioccolato, alcool, noci.   

Oltre alla dieta, è possibile sfruttare l’azione benefica di alcuni prodotti naturali utili, sotto forma di integratori, per la prevenzione delle allergie come il Ganoderma  lucidum, la quercetina, la bromelina, il Ribes nigrum e la Perilla frutescens, capaci di favorire l’efficienza del sistema immunitario ed esercitare un’azione antinfiammatoria ed antistaminica utile alla riduzione dei sintomi. Molto utile è prendersi cura della flora microbica intestinale, con probiotici, batteri benefici che portano equilibrio e benessere all’intestino  e prebiotici, che favoriscono lo sviluppo di batteri utili per ripristinare una sana microflora intestinale.  

Pratica e rapida l’azione dei rimedi per uso locale, che permettono di intervenire direttamente sulle mucose infiammate come quelle del naso e degli occhi con le apposite preparazioni, come colliri e spray nasali, a base di antistaminici, cortisonici o ingredienti naturali. Preziosi sono ad esempio i colliri a base di piante dall’azione rinfrescante e lenitiva come l’Euphrasia, la Camomilla e l’Hamamelis, capaci di alleviare l’arrossamento oculare oppure le salviette “lavaocchi” che consentono di detergere palpebre e ciglia, rimuovendo efficacemente polvere ed allergeni dalla zona oculare. 

Altrettanto importante detergere le fosse nasali almeno 1-2 volte al giorno, ricorrendo ad uno spray a base di  soluzione fisiologica salina isotonica o ipertonica, così da allontanare efficacemente dalla mucosa sia gli allergeni che gli agenti infettivi. Per un intervento più incisivo, quando i sintomi colpiscono soprattutto le prime vie aeree, è possibile pensare – sempre dietro consiglio medico – alla  terapia inalatoria con il dispositivo aerosol.

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